San Gennaro, cosa è successo quando il sangue non si è sciolto: i precedenti del colera e del terremoto in Irpinia

Cosa succede quando il miracolo di San Gennaro non si compie? È questa la domanda che affolla le menti dei napoletani - credenti e non - nelle ultime ore,...

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Cosa succede quando il miracolo di San Gennaro non si compie? È questa la domanda che affolla le menti dei napoletani - credenti e non - nelle ultime ore, dopo che in mattinata il prodigio della liquefazione del sangue non si è ripetuto come previsto. È credenza popolare, ancora oggi molto sentita a Napoli, che il mancato scioglimento del sangue del Santo Patrono sia un segnale infausto, un presagio di imminenti sciagure. E i precedenti storici sono tutt'altro che incoraggianti: nel 1939 e nel 1940, in concomitanza dello scoppio della seconda guerra mondiale, il miracolo non si verificò. Il sangue non si sciolse anche nel settembre del 1973, periodo della diffusione del colera a Napoli, e nel settembre del 1980, poco prima del terremoto dell'Irpinia che ebbe conseguenze drammatiche anche nel capoluogo partenopeo. Fra il sacro e il profano, i napoletani attendono ora le celebrazioni delle 16.30 e delle 18.30, gli ultimi due "slot utili" per San Gennaro. E far sì che questo 2020 non sia ancora più infausto di quanto non lo sia già stato.

«Il miracolo laico»

Dei tre miracoli, la data del 16 dicembre è la ricorrenza meno conosciuta, rispetto a quella della processione del sabato che precede la prima domenica di maggio e quella canonica del 19 settembre. Si tramanda che il in quella data, nel 1631, una tremenda eruzione del Vesuvio stava seriamente minacciando di distruggere Napoli. La lava era ormai alle porte della città e stava per demolire i primi edifici, ma i napoletani si appellarono a San Gennaro, che da sempre protegge Napoli dalla potenza distruttrice del vulcano, portando in processione le ampolle del sangue con il busto del Santo Protettore al ponte dei Granili, il ponte della Maddalena. Il sangue si sciolse e il magma si arrestò improvvisamente risparmiando la città.

Viene chiamato anche il «miracolo laico» perché la cerimonia si svolge nella Cappella di San Gennaro, gestita dalla Deputazione di San Gennaro, istituzione laica nata nel 1527 e presieduta dal sindaco di Napoli. Quest'anno le celebrazioni si svolgono eccezionalmente sull'altare maggiore del Duomo per garantire il distanziamento previsto dalle normative anti-Covid. I fedeli di San Gennaro, intanto, non perdono la speranza . «C'è tempo fino a stasera», spiegano, anche se l'annuncio dell'abate della Cappella monsignor Vincenzo De Gregorio, al termine della messa, ha spiazzato un po' tutti: «Quando abbiamo preso la teca dalla cassaforte - ha detto - il sangue era assolutamente solido e rimane assolutamente solido».

 

 

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Il Messaggero