Sakamoto è morto, il musicista premio Oscar per la colonna sonora del film L'Ultimo imperatore aveva 71 anni

Da tempo era malato di cancro. Era considerato uno dei primi sperimentatori tra la musica etnica orientale e i suoni elettronici dell'Occidente

Sakamoto è morto, il musicista premio Oscar per la colonna sonora del film L'Ultimo imperatore aveva 71 anni
Ryuchi Sakamoto non ce l’ha fatta. A nove anni di distanza dall’annuncio della malattia, il leggendario compositore e musicista giapponese è morto. Aveva 71...

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Ryuchi Sakamoto non ce l’ha fatta. A nove anni di distanza dall’annuncio della malattia, il leggendario compositore e musicista giapponese è morto. Aveva 71 anni. A riferirlo sono le principali agenzie di stampa giapponesi e la notizia sta già facendo il giro del mondo. 

 

Giovanni Allevi, il tweet nella giornata mondiale del pianoforte: «Le mie mani tremano ma compongo musica nella mia mente»

 

Sakamoto, chi era

L’estate scorsa aveva scioccato tutti annunciando di essere affetto da un tumore esteso a entrambi i polmoni, difficile da debellare. Un annuncio che i fan avevano interpretato come un addio alle scene, e non solo. Nel 2014 il Premio Oscar - vinse nel 1988 la statuetta per la colonna sonora de “L’ultimo imperatore” di Bernardo Bertolucci, che realizzò con David Byrne e Cong Su - fece sapere con delicatezza, tramite un comunicato pubblicato sul suo sito, di avere un cancro alla gola, che gli era stato diagnosticato dopo che si era fatto controllare per un leggero fastidio alla faringe: «Sono profondamente dispiaciuto del fatto di causare notevoli disagi a così tante persone. Tuttavia, la prima ricchezza è la salute, e quindi questa è la mia amara decisione», aveva scritto, spiegando di dover rinunciare per prima cosa alla sua partecipazione come direttore al al Sapporo International Art festival, a cui aveva lavorato per due anni.

 

 

 

LA CARRIERA

Sakamoto aveva una lunghissima storia musicale cominciata, quando era ancora giovanissimo negli anni 80, con la Yellow magic orchestra, formazione pioniera nell'uso di sintetizzatori, computer, drum machine e primo deciso tentativo di aprire la musica giapponese. Strada, questa, che Ryuichi aveva sempre seguito in ogni sua avventura. E le avventure musicali sono state tante, passando dai territori del rock, della dance music, approdando sui lidi morbidi della bossa nova (tra l'altro ha realizzato un sofisticatissimo omaggio a Antonio Carlos Jobim), e anche come autore di colonne sonore cinematografiche, il preferito da Bernardo Bertolucci (per il cineasta aveva composto, oltre a L’ultimo imperatore, anche Il te nel deserto), dimostrando la sua inclinazione per le melodie di stampo occidentale. Il musicista e compositore giapponese aveva fatto anche l'attore nel film “Furyo”, per il quale aveva anche scritto la musica, compreso uno dei suoi pezzi più celebri, “Forbidden Colours”, e ad un certo punto si era  dilettato perfino a comporre suonerie per i telefonini.

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Il Messaggero