Addio a Rosetta Loy, memoria sentimentale del Novecento letterario

Con 'Le strade di polverè ha vinto il Premio Viareggio e il Premio Campiello nel 1988

Rosetta Loy morta a 91 anni, l'autrice de "Le strade di polvere" si è spenta nella sua casa a Roma
Sono mesi di lutti letterari. Dopo La Capria, Citati, Guglielmi, è scomparsa Rosetta Loy nella sua casa romana, nel verde di via Flaminia. Aveva 91 anni. Fin...

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Sono mesi di lutti letterari. Dopo La Capria, Citati, Guglielmi, è scomparsa Rosetta Loy nella sua casa romana, nel verde di via Flaminia. Aveva 91 anni. Fin dall’esordio con La bicicletta (1972) che vinse il Viareggio, con scarti temporali e creativi a scrittrice si è mossa dentro una saga di storia italiana. Cosi La porta dell’acqua (1976), All’insaputa della notte (1984), Le strade di polvere (1987, vinse i premi Campiello e Viareggio), Cioccolata da Hanselmann, (1959) Nero è l’albero dei ricordi, azzurra l’aria (2004), La prima mano (2009), hanno una collocazione storica precisa, tra le due guerre. Una vocazione, la sua, tesa a rovistare i territori della memoria personale familiare e storica, una scrittura limpida, essenziale, anche di grande consapevolezza letteraria che le consente di far affiorare ogni volta i temi preferiti: l’amore, la morte, la guerra, i bambini. E la famiglia dove, nell’intreccio di affetto e inimicizie, si rispecchia qualche parte della grande storia, variamente intrecciata e combinata in vicende e figure che hanno tenerezze e dolori, separazioni e traumi. Il segno sicuro e riconoscibile di una scrittrice che oggi si impone tra le più significative del nostro secondo Novecento.


Penso ai libri in cui più forte si è impresso il segno ben marcato dalla sua profonda leggerezza stilistica nel toccare le ustioni della memoria. Penso all’Estate di Letuche, un romanzo generazionale. La generazione è quella degli anni Cinquanta, educazione ai sentimenti e alla politica. Ma i riverberi della storia arrivano al presente, un oggi straziato dalle sue tante dolenti immagini. Ricordare è reimmergersi in uno spazio vuoto, è accorgersi di non aver una storia.


LA STORIA
Penso a La parola ebreo (1997) la storia della sua famiglia cattolica, e di una certa borghesia italiana che, anche se non apertamente schierata con il fascismo, accettò le leggi razziali senza avere coscienza della tragedia che si stava compiendo. Un libro, come ha scritto Elena Loewenthal, di impegno caldo e sapiente, fatto di spoglio di documenti, ricerche d’archivio, accostamenti ragionati. Con l’immagine forte di una bambina che vede sparire dai propri orizzonti nomi e volti che non sembravano avere nulla di diverso dagli altri.
Penso, infine, all’ultimo libro, Cesare. Una lunga, meravigliosa e difficile storia con un uomo straordinario, così Rosetta Loy ricorda l’incontro con Cesare Garboli. Un indimenticabile ritratto. C’è la “memoria sentimentale” della scrittrice, gli incontri, le fughe, la vita in comune, le scoperte del paesaggio, una complicità fatta di esplosioni e assestamenti, mai quieta e arresa alle attrattive ragioni dell’altro. E si soprappone, prende forma e slancio anche narrativo nell’uomo Garboli, con le infuocate passioni, le furie imprevedibili.

 

 

 

I funerali

I funerali si svolgeranno martedì 4 ottobre alle 10.30 nella Chiesa di Grottarossa Santa Maria Immacolata. Sarà tumulata in Piemonte nel cimitero di Mirabello Monferrato, il paese dove è ambientato 'Le strade di Polvere' e dove c'è ancora la casa del padre di Rosetta Provera Loy, che era piemontese. 

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Il Messaggero