Renato Pozzetto compie 80 anni (domani, 14 luglio) e annuncia che interpreterà Giuseppe Sgarbi in “Lei mi parla ancora”, il film di Pupi Avati, tratto...
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Renato Pozzetto, paura per il comico, spettacolo annullato a Saronno: «Motivi di salute»
Mentre del lavoro è pienamente soddisfatto: «Qualcosa di buono ho fatto». «Ho fatto 63 film, pure troppi, ma i produttori insistevano e i soldi fanno piacere. In ognuno portavo un po' del mio umorismo, una gag... Ho fatto anche “Sono fotogenico”, “Da grande”, “Il ragazzo di campagna”». Naturalmente c'è spazio per il sodalizio artistico con Cochi Ponzoni. «Nato all'alba della vita. Eravamo bambini durante la Seconda Guerra Mondiale, quando fummo sfollati a Gemonio, nel Varesotto. Iniziammo a giocare lì, poi a Milano, e ogni estate sul lago. Per riempire il vuoto di certe giornate ci mettemmo a far musica, chitarra e armonica. Fino a che scattò il primo incontro. La nostra fortuna è aver fatto grandi incontri».
Rischiatutto parte con Carlo Verdone, nel cast anche Cochi e Renato
Quelli con Piero Manzoni, con Velia e Tinin Mantegazza e con Bianciardi, Jannacci («Ha dato a me e Cochi un metodo di lavoro, di creazione. Io l'avevo anche come medico. Una volta mi fece un'iniezione e se ne andò lasciandomi natiche all'aria»), Fo, Gaber. Poi la nascita del Derby: «Il luogo che ha inventato il cabaret contemporaneo. La gestione artistica fu data a Jannacci, chiamò me e Cochi, Boldi, Andreasi, Lauzi, Toffolo. Ci chiamò 'gruppo motorè dovevamo trainare il locale in tutti i sensi: anche luci e cori. Grazie agli autori tv Terzoli e Vaime ci trovammo in Rai a Quelli della domenica. Una puntata, poi 6, poi 24, il successo in tv, pochi anni ma intensi: Il poeta e il contadino, La gallina, La canzone intelligente». Fino a «Canzonissima» e «E la vita e la vita».
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Il Messaggero