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«Sono immensamente scosso. È stata un'artista eccezionale, un'autodidatta straordinaria, io la conosco dagli inizi della sua carriera», così il presentatore all'agenzia AdnKronos Pippo Paudo commentando la morte a 78 anni di Raffaella Carrà.
Raffaella Carrà e Roberto Benigni nella puntata epica di Fantastico
«Non sono mai riuscito a fare un programma con lei, era l'unico rimprovero che le facevo sempre, è il mio grandissimo rimpianto», prosegue il presentatore. «Aveva studiato ballo, era diventata anche una grande ballerina - ricorda Pippo trattenendo a fatica le lacrime - Quando fece coppia con Mina, c'era un'asimmetria notevole tra le due, perché Mina è più alta di lei, eppure lei annullava questa asimmetria. E poi, è una delle poche soubrette italiane, forse l'unica, che ha avuto successo nei paesi ispanici».
Il ricordo di Pippo Baudo
Baudo ricorda un aneddoto a questo proposito: «Una volta in Spagna, a Plaza de Toros, c'era Raffaella Carrà da sola col suo gruppo, e ricordo intorno trentamila persone. Una cosa incredibile, un amore come per nessun'altra italiana». Il motivo dell'enorme successo e dell'unicità di Raffaella stava, secondo il popolare conduttore, nella semplicità: «Era la bella "burdelà romagnola", la guappa, aveva una voce forte che faceva impazzire tutti. Il suo modo di essere faceva pensare ad ogni ragazza di poter diventare Raffaella Carrà, invece non era vero. Ci voleva solo il suo talento per essere Raffaella Carrà. È stata l'ultima vera grande soubrette. Sono affranto», conclude Pippo Baudo.
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