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«Tesoro, con te tutto è come in una canzone: tra noi ci sono città, luci di aeroporti, tempeste di neve blu e migliaia di chilometri. Ma sento che sei vicino … ogni secondo e ti amo sempre di più». Alexei Navalny, morto oggi per una trombosi, aveva affidato a X la sua ultima dedica d’amore alla moglie. Una dichiarazione di poche righe e un’immagine che lo ritrae insieme a Yulia Borisovna Navalnaya, che aveva sposato nel 2000 e che è la madre dei suoi due figli.
La consorte di Alexei Navalny ha parlato dal podio della Conferenza della sicurezza di Monaco dicendo fra l'altro che, se la notizia della morte marito fosse vera, il presidente russo Vladimir Putin e altri responsabili russi devono sapere che «saranno puniti» per quello che hanno fatto.
Dopo essersi chiesta se «dovremmo credere a questa terribile notizia che riceviamo solo da media ufficiali», espressione di «Putin e del suo governo» che «mentono costantemente», Yulia Borisovna Navalnaya ha detto: «Ma se è la verità, vorrei che Putin e tutto il suo staff, tutti coloro che lo circondano, il suo governo, i suoi amici sappiano che saranno puniti per quello che hanno fatto al nostro Paese, alla mia famiglia e a mio marito». Yulia Navalnaya ha aggiunto di volere che sappiano che «saranno portati davanti alla giustizia» e che «questo accadrà presto». «Vorrei - ha aggiunto - che tutta la comunità internazionale, tutte le persone nel mondo, si unissero e combattessero contro questo male» contro «questo orribile regime in Russia, oggi»
In cella di punizione per 15 giorni
Il dissidente russo, principale oppositore di Vladimir Putin, si trovava nella prigione di Kharp, nella regione artico di Yamalo Nenets, dove era stato recentemente trasferito per scontare una condanna a 19 anni. «Mi hanno appena dato 15 giorni in una cella di punizione, la quarta in meno di due mesi» faceva sapere Navalny, sempre a mezzo X, il 14 febbraio. Ma per i servici carcerari l’uomo si sarebbe «sentito male dopo la passeggiata, perdendo conoscenza quasi subito.
Chi è la moglie
«Mio marito è in prigione solo perché ha voluto difendere la democrazia. Sogno il giorno in cui sarai libero e sarà libero il nostro paese. Stai forte, ti amo», aveva detto la moglie dell’avvocato e attivista, Yulia Navalnaya, che a marzo 2023 aveva ritirato a Los Angeles il premio come miglior documentario agli Oscar per Navalny, dedicato al marito e girato dal regista Daniel Roher. Navalnaya ha accompagnato, sostenuto, subito anche lei tutte le conseguenze dell’impegno attivo del marito. È laureata in Relazioni Internazionali, ex funzionaria di banca. Coetanea del marito. La coppia ha avuto due figli. La sua personalità emerse soprattutto dopo l’avvelenamento durante un tour elettorale in Siberia di Navalny con il gas nervino Novichok. Soltanto un atterraggio di emergenza salvò la vita del dissidente. “Il suo ruolo è certamente cambiato. Ha carisma e fascino, è una persona creativa e coraggiosa e può facilmente sostituire suo marito se necessario”, aveva spiegato in quei giorni l’esperto di politica russa Konstantin Kalachev all’Afp. Alcuni media la descrivevano come un agente destabilizzatore della Russia per contro dell’Occidente. È stata arrestata diverse volte.
Dov’è morto Navalny
Navalny era sparito nel nulla lo scorso dicembre, prima che venisse reso noto il suo trasferimento in una nuova colonia penale nel nord della Russia. La sua portavoce Kira Yarmysh aveva fatto sapere che il suo assistito si trovava a Charp, a circa 1.900 chilometri a nord-est di Mosca, nella regione autonoma Yamalo-Nenets. L’oppositore di Putin era stato trasferito nella colonia penale IK-3, costruita negli anni Sessanta, ospitava un gulag, ovvero un campo di lavoro forzato per oppositori politici dell’Unione Sovietica. Una colonia isolata, in un punto estremo nei pressi del Mar Glaciale Artico, utilizzata per detenuti considerati pericolosi. «È praticamente impossibile raggiungere quella colonia penale: è praticamente impossibile anche farci arrivare delle lettere, è il più alto livello possibile di isolamento dal mondo», aveva detto il collaboratore di Navalny, Leonid Volkov. Navalny prima di sparire era comparso in diverse occasioni in videoconferenza alle udienze dei processi in cui è coinvolto. A marzo si terranno le elezioni presidenziali in Russia, alle quali Putin si candiderà per il quinto mandato.
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