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È finita in manette per la terza volta, divendando un vero e proprio caso, la hacker russa 42enne Natalia Miniailova, che continuava a "lavorare" alle sue complesse truffe online anche dalla comunità per detenuti dove si trovava, utilizzando il computer dell'associazione di cui era ospite.
La donna, ingegnere informatico, è specializzata in frodi informatiche e in passato era riuscita ad utilizzare anche carte di credito di personaggi molto noti. Gli inquirenti hanno stimato che i proventi dalle sue frodi online si aggirano intorno ai diversi milioni di euro, che lei ha in parte reinvestito in criptovalute.
Il primo arresto della hacker e le truffe dai domiciliari
Dopo le indagini della polizia postale, già nel 2021 Natalia Miniailova era stata arrestata a Genova - dove vive da anni con i figli - ma aveva continuato a frodare online anche dagli arresti domiciliari. Scoperte le sue attività illecite era stata quindi arrestata nuovamente a giugno 2022. Trascorsa la seconda carcerazione, le erano stati concessi un'altra volta gli arresti domiciliari presso un'associazione di volontariato impegnata nel recupero dei detenuti, ma le erano bastati una manciata di giorni per riprendere i contatti con i propri complici e ricominciato a fare truffe. Dall'analisi dei dispositivi, gli investigatori hanno trovato conti aperti in modo fraudolento e carte di credito emesse sia in Italia che all'estero, oltre a quelle che la hacker era riuscita a trovare nel darkweb. Nel complesso, e truffe le avrebbero fruttato milioni di euro, alcuni dei quali erano già stati da lei reinvestiti in criptovalute.
La tecnica usata da Miniailova era quella del furto di identità di ignare vittime sia attraverso il phishing, ovvero l'invio di false email per rubare i dati sensibili, che clonando le loro carte di credito o, ancora, creando documenti falsi. Oltre a Natalia Miniailova sono stati segnalati alla procura tre hacker complici, che a quanto si apprende darebbero anch'essi stranieri, ma non di nazionalità russa.
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