Mustapha Milambo, chi era la terza vittima dell'attacco al convoglio Onu in Congo

Si chiamava Mustapha Milambo, l'autista che ieri è morto nel conflitto a fuoco che ha investito il convoglio Onu, nella Repubblica Democratica del Congo: durante...

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Si chiamava Mustapha Milambo, l'autista che ieri è morto nel conflitto a fuoco che ha investito il convoglio Onu, nella Repubblica Democratica del Congo: durante l'attacco hanno perso la vita anche l'ambasciatore italiano Luca Attanasio e il carabiniere  Vittorio Iacovacci. «Transport Driver presso World Food Programme (Wfp ndr.)», si presentava così - su Facebook - l'autista del programma Onu. Che spesso condivideva i suoi pensieri con amici e follower: «I musulmani non sono terroristi», scriveva Milambo manifestando apertamente la sua fede. Sui social l'autista postava anche immagini che ritraevano bambini soli e scalzi, mostrando così che lui - nella cooperazione internazionale - ci credeva davvero.

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Chi era

Dai social network si apprende che Mustapha Milambo Baguma era nato a Goma. Dove viveva con la famiglia fino a ieri: sposato dal 1990, non è però chiaro se Milambo avesse figli. Aveva completato gli studi universitari a Kinshasa, dopo aver frequentato il college di Alfajiri. Tra i contenuti pubblicati sulla sua bacheca, anche un servizio giornalistico che riprende le indagini di alcuni esperti Onu nel Paese, che nel maggio del 2016 pubblicarono un documento dove veniva denunciato il coinvolgimento di alcuni ufficiali delle Forze armate della Repubblica democratica del Congo (Fardc) nei massacri compiuti a est del territorio congolese e attribuiti alle Forze democratiche alleate (Adf), un gruppo armato proveniente dall'Uganda e attivo nella regione. Non manca, poi, una lettera scritta da padre Gaston Mumbere nel maggio 2016 ed indirizzata all'allora presidente della Repubblica democratica del Congo, Joseph Kabila, in cui il reverendo chiede al capo dello Stato di fermare il «genocidio» nell'insanguinato territorio di Beni, ubicato nel Nord Kivu.

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Il Messaggero