Monica Bellucci e l'amore con Tim Burton: «E' un’anima bellissima e sono molto felice»

Monica Bellucci e l'amore con Tim Burton: «E' un’anima bellissima e sono molto felice»
Monica Bellucci è felice e innamorata. E a Sette risponde subito alla domanda su Tim Burton, l'uomo che le ha fatto battere nuovamente il cuore. «È...

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Monica Bellucci è felice e innamorata. E a Sette risponde subito alla domanda su Tim Burton, l'uomo che le ha fatto battere nuovamente il cuore. «È sempre difficile parlare di un incontro privato. Posso dire solo che per me è un incontro umano speciale: Tim è un’anima bellissima e sono molto felice». 

A quasi 60 anni «l’importante per me è continuare a stare bene e fare cose che mi piacciono e mi stimolano. A 45 anni sono diventata madre per la seconda volta e a 55 anni ho fatto teatro per la prima volta, con Maria Callas».

Il rapporto di Monica Bellucci con il tempo che passa? «Io sono come tutti. Mi dico che fare la guerra con qualcosa che è troppo più potente di noi è inutile. Ognuno ha il suo modo di far fronte al tempo che passa, ma già quando dici che il tempo sta passando sei fortunata. Io mi sveglio e sto bene e le mie figlie stanno bene e penso che questa sia la cosa più importante». La più grande Deva ha girato La Bella Estate («L’interpretazione di Deva mi ha colpito molto e mi ha emozionata»), ha preso parte a Il Gattopardo. Leonie invece, che a 13 anni, continua a scrivere: «Le piacciono tante cose, ha una sensibilità molto artistica, ma è ancora piccola».

«Se mi guardo indietro vedo un percorso. Mi rendo conto di aver avuto tanta fortuna: anzitutto quella di iniziare. Io venivo dal mondo della moda e sono sbarcata nel mondo del cinema senza avere una preparazione. Guardo questo con meraviglia».

A Casa Bellucci «non mancano mai la pasta, il parmigiano, l’olio, le mozzarelle, prosciutto crudo e cotto, le cose che posso utilizzare per preparare la cena in un secondo quando rientro tardi». E nemmeno una foto di Sophia Loren. E quando sta a casa Monica indossa «delle belle ciabattine. E alla mattina accompagno mia figlia a scuola con gli stivalini bassi, niente tacchi...».

Insomma «sono una comune mortale! Quando ho fatto teatro era un grande piacere, ma anche una grande sofferenza: è spettacolo vivo, c’è questa verità dove l’attore diventa trasparente, si sente l’emozione che passa da lui al pubblico. C’è questa relazione così sottile e così sincera con gli spettatori, che non li puoi tradire. È un’esperienza molto bella, ma anche dolorosa, perché sei senza pelle».

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Il Messaggero