Michael Schumacher, Jean Todt: «Il mio amico c'è, ma non è più quello di prima, la sua vita è diversa»

"Sfortunatamente, il destino lo ha colpito dieci anni fa e non è più il Michael che conoscevamo"

Michael Schumacher, Jean Todt: «Il mio amico c'è, ma non è più quello di prima, la sua vita è diversa»
«Il mio amico Michael Schumacher? C’è, ma non è più quello di prima», con grande tatto, rispettando in pieno il patto di segretezza con la...

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«Il mio amico Michael Schumacher? C’è, ma non è più quello di prima», con grande tatto, rispettando in pieno il patto di segretezza con la famiglia del pluricampione del mondo, Jean Todt descrive le condizioni dell'ex pilota della Ferrari.  

Nella lunga intervista concessa a Frederic Ferret dell'Equipe sulle burrascose relazioni con l’emiratino Ben Sulayem, attuale presidente della Fia succeduto proprio a Todt,  l'ex team principal della casa di Maranello ha parlato anche di Schumacher che ormai 10 anni fa, 29 dicembre 2013, finì con gli sci contro una roccia nelle Alpi francesi riportando una terribile emorragia cerebrale. Un'incidente dalla conseguenze devastanti. Per tutelarlo la moglie Corinna Betsch e i figli Mick e Gina-Maria, hanno alzato nel canton svizzero di Vaud  un muro impenetrabile di riservatezza vincolando i pochissimi amici ammessi alle visite al più stretto silenzio.

 

Jean Todt, 77 annni, è uno di loro.  «Schumi c’è, ma non è quello di prima», ha detto dell'amico tedesco, 54 anni, sette volte campione del mondo.


«Michael è qui, quindi non mi manca» dice all'Equipe Jean Todt, che è stato capo di Schumacher alla Ferrari per un decennio (1996-2006) diventando anche suo amico. Non è più il Michael di prima. È diverso ed è splendidamente aiutato da  sua moglie e i suoi figli che lo proteggono. La sua vita è diversa e ho il privilegio di poter condividere momenti con lui. Questo è tutto quello che c'è da dire. Sfortunatamente, il destino lo ha colpito dieci anni fa e non è più il Michael che conoscevamo».

Parole simili a quelle espresse dagli altri pochi amici del campione fra i quali il pilota Luca Badoer che di tanto in tanto gli fa visita. La riservatezza assoluta non è venuta meno nemmeno in occasione del documentario di Netflix sulla carriera del campione del mondo, documentario autorizzato dalla moglie Corinna.

E va detto che questo muro di comprensibile riservatezza ha permesso di limitare al massimo le ingiustificate speculazioni che pure di tanto in tanto lasciano intendere di possibili miglioramenti che in realtà le condizioni di Schumacher non consentono per la pesante gravità dell'emorragia cerebrale subita nel 2013. Come ha detto di nuovo Todt, Schumacher è in vita, ma non è quello di prima.

 

 

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Il Messaggero