Mauro Romano, il bimbo rapito in Puglia è lo sceicco Al Habtoor? La mamma: «Riconosco le cicatrici, è mio figlio»

Mauro Romano, il bambino rapito è lo sceicco Al Habtoor? La mamma: «Riconosco le cicatrici, è mio figlio»
Un bambino rapito in Puglia nel 1977 potrebbe essere Mohammed Al Habtoor, uno degli sceicchi più ricchi al mondo. È quanto sostiene la madre di Mauro Romano, il...

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Un bambino rapito in Puglia nel 1977 potrebbe essere Mohammed Al Habtoor, uno degli sceicchi più ricchi al mondo. È quanto sostiene la madre di Mauro Romano, il bambino di sei anni scomparso a Racale (Lecce) e mai più ritrovato.

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Bianca Colaianni, la mamma di Mauro, è convinta che il 52enne Mohammed Al Habtoor, figlio del magnate Khalaf Al Habtoor, uno degli uomini più ricchi degli Emirati Arabi Uniti, sia in realtà il suo bambino. L'età coincide e, anche se è difficile stabilire la somiglianza tra un uomo di 52 anni ed un bambino di sei, la donna ha notato due particolari molto importanti: «Ho visto le foto dello sceicco e ho riconosciuto due cicatrici: una sul sopracciglio e una sulla mano destra, che si procurò con un ferro da stiro. Sono particolari che non possono essere soltanto delle coincidenze. Siamo pronti a partire per Dubai, ma non possiamo andarci da soli. Siamo arrivati fin dove ci è stato consentito».

 

A parlare del caso e delle parole di Bianca Colaianni è il Corriere della Sera. Lo sceicco Mohammed Al Habtoor finora ha sempre rifiutato di sottoporsi al test del Dna, anche se i genitori di Mauro Romano sono pronti a volare per Dubai e chiedere la mediazione delle autorità consolari. A oltre 40 anni di distanza dalla scomparsa del bambino, la famiglia è riuscita a vincere la spessa coltre di depistaggi e omertà, con l'identificazione anche di un sospetto rapitore. Si tratta di un amico di famiglia, che Mauro chiamava zio, un ex barbiere oggi 79enne, per cui il gip dovrà decidere il rinvio a giudizio. La Procura sospetta che l'uomo abbia portato il bambino a casa, con la scusa di farlo giocare con il figlio, salvo poi consegnarlo a due individui mai identificati.

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Il Messaggero