Matteo Messina Denaro, il patrimonio da 4 miliardi di euro: villaggi Valtur e investimenti sulle rinnovabili

Una parte della fortuna è stata accumulata con investimenti nelle rinnovabili, in particolare l'eolico, settore «curato» per il boss dall'imprenditore trapanese Vito Nicastri, l'ex elettricista di Alcamo

Matteo Messina Denaro, il patrimonio da 4 miliardi di euro diviso con i prestanome
A quanto ammonta il patrimonio di Matteo Messina Denaro? Soldi, tantissimi soldi. Quantificare il tesoro del boss della mafia è difficile anche per gli...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

A quanto ammonta il patrimonio di Matteo Messina Denaro? Soldi, tantissimi soldi. Quantificare il tesoro del boss della mafia è difficile anche per gli investigatori. Ma una stima, per difetto, dei guadagni di una vita di traffici di droga, estorsioni, riciclaggio nei settori più disparati si può azzardare sulla base di quel che lo Stato, negli anni, è riuscito a sottrarre al padrino di Castelvetrano e ai suoi prestanome. Si parla di quasi 4 miliardi di euro.

Matteo Messina Denaro, vita quotidiana da latitante: dalla passione per il videogioco Donkey Kong 3 ai pizzini con Bernardo Provenzano

Il patrimonio di Matteo Messina Denaro, gli investimenti nelle rinnovabili

Una parte della fortuna è stata accumulata con investimenti nelle rinnovabili, in particolare l'eolico, settore «curato» per il boss dall'imprenditore trapanese Vito Nicastri, l'ex elettricista di Alcamo e pioniere del green in Sicilia, che per anni avrebbe tenuto le chiavi della cassaforte del capomafia. Poi c'è l'edilizia e la grande distribuzione, attraverso la '6 Gdò di Giuseppe Grigoli, il salumiere diventato in poco tempo il re dei Despar nell'isola al quale furono sequestrati beni - di proprietà del boss secondo i magistrati - per 700 milioni.

I villaggi Valtur 

E il turismo: ci sarebbero stati i soldi del capomafia, secondo i pm, nell'ex Valtur, un colosso del valore di miliardi di proprietà di Carmelo Patti, l'ex muratore di Castelvetrano divenuto capitano d'azienda che, come Al Capone, finì nei guai per un'accusa di evasione fiscale. Braccio destro di Patti, raccontano le inchieste, era il commercialista Michele Alagna, padre di una delle amanti di Messina Denaro, Francesca, che al boss ha dato una figlia mai riconosciuta. Nel 2018 il tribunale di Trapani gli sequestrò beni per 1,5 miliardi, un delle misure patrimoniali più ingenti mai eseguite, disse la Dia. I sigilli vennero messi a resort, beni della vecchia Valtur, una barca di 21 metri, un campo da golf, terreni, 232 proprietà immobiliari e 25 società.

Sempre per restare nel turismo l'ombra di Matteo, raccontano le inchieste, si allungherebbe anche dietro al patrimonio di Giovanni Savalle, per anni un signor nessuno con piccoli precedenti per reati fallimentari, ragioniere iscritto all'albo dei commercialisti divenuto proprietario del resort Kempisnky di Mazara del Vallo. La Finanza gli sequestrò 60 milioni. A parlare dei rapporti tra Savalle e il capomafia di Castelvetrano fu il medico affiliato alla 'ndrangheta Marcello Fondacaro, che ha raccontato di un progetto imprenditoriale del boss trapanese: un villaggio a Isola Capo Rizzuto che prevedeva la partecipazione al 33% di Cosa nostra e 'Ndrangheta.

Il tesoro nel Venezuela

I tentacoli di Messina Denaro sarebbero arrivati anche in Venezuela, regno dei clan Cuntrera e Caruana che da Siculiana, paese dell'agrigentino, colonizzarono Canada e Sudamerica diventando monopolisti del narcotraffico. Un pentito «minore», Franco Safina, raccontò che Messina Denaro aveva un tesoro in Venezuela creato investendo 5 milioni di dollari in un'azienda di pollame. Per gli inquirenti un evidente escamotage per riciclare i proventi del traffico di stupefacenti. E di Venezuela parlò anche il collaboratore di giustizia Salvatore Grigoli, il killer di don Pino Puglisi. Ferito in un attentato, si era nascosto ad Alcamo, nel trapanese. «Se vuoi, per un certo periodo te ne vai in Venezuela e stai tranquillo», gli avrebbe detto il padrino che, sospettano gli inquirenti, in Sudamerica come pure in Tunisia, sarebbe andato anche da latitante. Ma se, come sono certi i magistrati, solo una parte del tesoro del padrino è stata trovata e confiscata, a quanto ammonta il suo patrimonio? Le ricchezze illecite ancora da scoprire sarebbero enormi. A partire dai soldi che gli sarebbero stati affidati da Totò Riina. «Se recupero pure un terzo di quello che ho sono sempre ricco», diceva il capomafia corleonese, intercettato, parlando durante l'ora d'aria con un altro detenuto. «Una persona responsabile ce l'ho e sarebbe Messina Denaro. Però che cosa fa per ora questo Matteo Messina Denaro non lo so. Suo padre era uno con i coglioni» , spiegava all'amico mostrando una qualche diffidenza sulla capacità gestionale del boss trapanese. E rivelando che parte del suo patrimonio potrebbe essere stato affidato proprio agli alleati di Castelvetrano.

 

Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero