Marie Kondo fa marcia indietro: «Ho rinunciato all'ordine, voglio passare più tempo con i miei figli»

A soli 19 anni si è fatta conoscere come tidying consultant, ossia "consulente del riordino"

A soli 19 anni si è fatta conoscere come tidying consultant, ossia "consulente del riordino"
Marie Kondo, la guru giapponese del riordino, ha abbandonato l'ordine e la pulizia estrema. La rivelazion è arrivata pochi gioni fa in occasione della promozione del...

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Marie Kondo, la guru giapponese del riordino, ha abbandonato l'ordine e la pulizia estrema. La rivelazion è arrivata pochi gioni fa in occasione della promozione del suo ultimo libro, «Marie Kondo's Kurashi at Home: How to Organize Your Space and Achieve Your Ideal Life».



«La mia casa è disordinata, ma il modo in cui trascorro adesso il tempo è giusto in questa fase della vita», ha detto Marie, secondo quando riporta The Washington Post. Il cambio di rotta è arrivato dopo la nascita del suo terzo figlio, nel 2021: «Fino a questo momento sono stata un professionista dell'ordine e ho fatto sempre del mio meglio per mantenere la casa impeccabile», ha continuato Kondo, 38 anni. «L'aver rinunciato a questo mi fa stare bene. Adesso mi rendo conto che ciò che conta per me è divertirmi e trascorrere più tempo con i miei figli».

Chi è Marie Kondo 

Nata nel 1984 a Tokyo, la giapponese Marie Kondo sin da bambina ha manifestato il suo interesse nel riordino. Il merito va a sua nonna, che le ha regalato preziosi insegnamenti. «Nella vita occorre avere bisogno di poco, ma che abbia inestimabile valore» cita nei suoi lirbri. Ed è questo il concetto alla base del metodo di riordino che inventerà una volta adulta. A soli 19 anni si è fatta conoscere come tidying consultant, che tradotto in italiano significa consulente del riordino. Fino a qualche anno fa, se qualcuno prima di Marie Kondo avesse spiegato il significato di questa figura, probabilmente si sarebbe beccato una risata e una pacca sulla spalla. Eppure è grazie a professioniste come Marie Kondo se oggi è possibile parlare sempre più concretamente di decluttering, riciclo e second hand.

Fino a qualche anno fa Marie Kondo era una studentessa di sociologia, ignara del successo che avrebbe raggiunto di lì a qualche anno. E, dopo un’attenta riflessione, la guru giapponese ha pubblicato il suo primo libro, un manuale in cui ha presentato il suo metodo infallibile, il KonMari. A Il magico potere del riordino è seguito un boom di adesioni, che hanno permesso all’esperta di economia domestica di coltivare sempre più la sua figura professionale. Al primo libro ne è seguito un altro, 96 lezioni di felicità, pubblicati in ben trenta paesi.

Kondo, che insieme al marito Takumi Kawahara, sposato nel 2012, ha anche due figlie, è diventata famosa grazie al suo metodo KonMari, con il quale ha aiutato i suoi numerosi seguaci a liberare le case dal disordine e, a suo dire, anche a trasformarne le vite. Il suo libro bestseller, The Life Changing Magic of Tidying Up del 2011, ha venduto più di 10 milioni di copie ed è stato tradotto in 40 lingue. La sua serie Netflix del 2019 Tidying Up è stata un successo virale.

Nel suo ultimo libro, pubblicato lo scorso novembre 2022, Kondo affronta il concetto giapponese del kurashi, inteso come «stile di vita». «Riordinare significa occuparsi di tutte le cose della tua vita», scrive l'autrice. «Tu che cosa vuoi veramente mettere in ordine?». 

 


Il disordine è umano

Kondo ha inoltre rivelato che attenersi così rigidamente ai suoi principi la faceva sentire esausta o sopraffatta spesso dall'ansia. Non per nulla, in una precedente intervista a People aveva parlato dell'impatto negativo sulla sua salute mentale di certe tendenze perfezioniste:  «C'è stato un tempo in cui il mio programma era così fitto che mi sentivo fisicamente e mentalmente esausta. Mi è capitato anche quando ero incinta della prima figlia e la pressione era così forte che a volte non riuscivo a controllare le mie emozioni e alla fine della giornata scoppiavo a piangere», ha raccontato. «Ero una perfezionista, ma è diventato difficile mantenere certi standard dopo aver avuto dei figli. Spero che la mia apertura sull'argomento aiuti gli altri ad allentare la presa. Ho rinunciato al perfezionismo un po' di tempo fa!».

 

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Il Messaggero