Marco Santagata in coma irreversibile: colpito dal Covid il narratore che ha riportato in vita Petrarca

Marco Santagata in coma irreversibile: colpito dal Covid il narratore che ha riportato in vita Petrarca
È in coma irreversibile in ospedale a Pisa Marco Santagata, scrittore, critico letterario e docente universitario. Si è ammalato di Covid-19 e il virus si è...

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È in coma irreversibile in ospedale a Pisa Marco Santagata, scrittore, critico letterario e docente universitario. Si è ammalato di Covid-19 e il virus si è innestato in una situazione clinica già delicata. Nato a Zocca nel 1947, illustre petrarcologo, sottile interprete di Leopardi, Pascoli e Dante, con cattedra a Pisa, Marco Santagata ha ambientato due suoi romanzi (uno storico e l'altro contemporaneo) nell'Appennino emiliano tra Modena e Bologna, evocato in entrambi i casi con la familiarità di chi vi è a lungo vissuto e ha convissuto con la sua storia e la sua letteratura.

Nel 2003 ha vinto il Premio Super Campiello con Il maestro dei santi pallidi. Il suo Come donna innamorata, del 2015, è stato finalista al Premio Strega. Italianista di fama internazionale, Santagata è stato il curatore delle opere di Dante e Petrarca nell'edizione Meridiani Mondadori. Qualche mese fa ha pubblicato con Guanda Il copista, Un venerdì di Francesco Petrarca approdando ancora una volta a un'opera di fiction dedicata a un autore come il cantore di Laura. Santagata aveva sentito la necessità di raccontare il suo Petrarca in una gran brutta giornata a 68 anni, vecchio e stanco, tormentato da una serie di acciacchi come l'incontinenza urinaria e l'acidità di stomaco, dominato dall'umor nero. Il copista ricostruisce quel venerdì del poeta liberandosi in un solo colpo dall'immenso continente della sua sterminata bibliografia con uno scatto della fantasia che costruisce, narra, immagina.


Il metodo


Era il metodo di Santagata e lo aveva felicemente applicato anche a Dante e Boccaccio. «Con il passare del tempo mi diceva in un' intervista sono sempre più interessato a una lettura più degli autori che dei testi, al tentativo di cogliere attraverso l'intreccio di vita e scrittura il momento germinale, il quid che non è ancora biografia e non è ancora opera». Così era accaduto per Dante al centro del racconto Come donna innamorata: un uomo assai svagato che dice bellissime frasi di Cicerone anche ad alta voce mentre i passanti con gesti della mano, in modo plateale fanno intendere che quel tizio è fuori di testa.

Un uomo tormentato il poeta della Commedia che a casa non ha uno studio, ma lavora sul tavolo traballante in cucina, in preda alla vicissitudine del suo amore segnato dal destino, con l'aspirazione alla gloria letteraria e il timore di non riuscire a comporre il suo capolavoro e per di più accanto a una moglie brontolona. E così è accaduto per l'ultima delle tre Corone fiorentine, anch'esso «un monumento che scende dal piedistallo». Boccaccio, Fragilità di un mito è tutto un correre dietro l'esistenza dello scrittore del Decameron con il passo sicuro del narratore e il sapere del grande italianista, dalla giovinezza del ragazzo nella Firenze trecentesca, al nuovo mondo napoletano, alla nascita del romanziere fino al sofferto crepuscolo degli ultimi anni.

E accanto allo scrittore attratto dai più disparati ambiti del sapere, ecco l'uomo di corte, il mercante, l'amministratore del Comune, il banditore della letteratura in volgare. Immerso in quell'immenso continente che è la sua sterminata bibliografia, Santagata sa trovare il filo per una narrazione piena di curiosità, sorprese, confronti, che è anche una guida sicura per leggere le sue opere, come dimostrano le quasi cento pagine di annotazioni finali.

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Il Messaggero