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Musicista. Sportivo. Giornalista. Scrittore. Addio a Marco Mathieu: è morto oggi, alla vigilia di Natale, il giornalista di Repubblica, in passato bassista della band torinese dei Negazione: era nato a Torino il 6 marzo 1964 e da giovane era stato appunto un membro della storica band di hardcore punk molto attiva fra il 1983 e il 1992, con oltre mille concerti e cinque album.
A metà luglio del 2017, Marco era stato colpito da un ictus mentre era in sella alla sua vespa sulla strada che da Roma porta ad Ostia e venne ricoverato in prognosi riservata all’ospedale San Camillo; da quel momento era rimasto in coma vegetativo, e successivamente ricoverato in una struttura sanitaria di Torino. Praticante buddista (della Soka Gakkai), grande tifoso del Torino, è stato assistito con amore dalla mamma e dal papà (entrambi molti anziani). Fino a questa mattina, quando Mathieu ha smesso di respirare. Una passione per il racconto, il cinema (grande amico del regista Mimmo Calopresti), apriva casa e cuore alla gente, al mondo che guardava con occhi di bambino e un ottimismo contagioso.
Marco era una persona dal cuore d'oro, generosa con quella r arrotata, con un'empatia fuori dal comune. Non aveva moglie né figli, ma era circondato da una quantità incredibile di amici. Tanti che, in questi anni in cui è stato costretto su un letto in silenzio, non lo hanno abbandonato. Mai. Grande amante del calcio - faceva parte della Nazionale Scrittori - poco tempo dopo l'incidente l'allora tecnico del Torino Sinisa Mihajlovic fece un appello-video nella speranza che si risvegliasse. «Forza Marco, noi ti aspettiamo e tifiamo per te». Abbiamo tifato. Ma ora ha smesso di soffrire. "Lo spirito continua" il pezzo tra i più popolari del suo gruppo. Così è.
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