Lina Wertmüller, il ricordo del nipote e attore Massimo Wertmüller su Facebook: «La voglio ricordare così»

Affida le sue parole di ricordo della zia Lina Wertmüller a un post su Facebook Massimo Wertmüller, popolare attore e doppaiatore apparso in molti film diretti...

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Affida le sue parole di ricordo della zia Lina Wertmüller a un post su Facebook Massimo Wertmüller, popolare attore e doppaiatore apparso in molti film diretti dalla regista italiana negli anni '70 e '80 come «Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un brigante da strada». «La voglio ricordare così. Che sorride partecipe a una mia, nostra, gioia. L'Italia sta perdendo ultimamente riferimenti fondamentali. Portatori di qualità, del meglio, di intelligenza, di arte e di cultura», scrive l'attore romano.

Il ricordo

Per Massimo Wertmüller la zia rappresentava un punto di riferimento fondamentale per la cultura italiana. «Sappiamo quanto oggi servirebbero la cultura, come ancora unico mezzo per crescere, per evolversi, per emanciparsi, e gli intellettuali, come appunto veicolatori di pensiero e cultura. Quanto servirebbero in questo sciagurato paese , il paese delle Belle Arti e del Rinascimento, con così tanti italiani invece distratti, anzi attratti da un centro commerciale, o da una vicenda del Grande Fratello, o dalle parole di un inflencer che non da un capolavoro cinematografico», continua nel post Facebook.

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«Quando se ne va un Pasolini, uno Scola, un Monicelli, un Magni, un Proietti, un Falqui, o una Lina, ti dispiace e ti preoccupi di tutto il mondo che se ne va con loro. Tutto il loro mondo che avevano creato, a migliorare la vita di tutti, e che dal giorno dopo si deve cercare di conservare e preservare», prosegue Massimo Wertmüller.

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«A lei non piaceva essere chiamata zia»

Il ricordo dell'attore si conclude menzionando il legame familiare che lo legava alla grande regista scomparsa: «Non piango la maestra, la genia, che se ne è andata. Io piango i ricordi familiari che mi hanno legato a lei da bambino. Io piango la sorella di mio padre. A lei non piaceva che la chiamassi così, ma io, prima di tutto, piango mia zia», conclude.

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Il Messaggero