Laura Morante: «Ora faccio serie, ma non riesco a guardare la tv. Io snob? Piacere a tutti è impossibile»

"I social? Non li ho, mi ferirebbe leggere le critiche"

Laura Morante: «Ora faccio serie, ma non riesco a guardare la tv»
Spadella al telefono, Laura Morante, come qualsiasi mortale alle otto di sera. «Le dispiace se intanto preparo la...

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Spadella al telefono, Laura Morante, come qualsiasi mortale alle otto di sera.


«Le dispiace se intanto preparo la cena?». L'appuntamento serale, del resto, è l'unico possibile in un'agenda piena fino al termine dell'estate.
Per l'attrice toscana, 65 anni, è un momento di grande vitalità professionale. Con Gabriele Muccino sul set di A casa tutti bene 2 (nel cast anche la figlia Eugenia Costantini), sarà nella prossima stagione di Christian e nella serie Alphonse di Nicolas Bedos, con cui è appena stata a Cannes. Al lavoro sul prossimo film da regista, tratto dal suo libro di racconti Brividi Immorali, da poco ha ricevuto un Nastro d'argento alla carriera: «Tutti dedicavano il premio a qualcuno, ma io non ho avuto il coraggio di farlo».

A chi lo vorrebbe dedicare?
«A Julian Assange. Un uomo che sta morendo dietro le sbarre e che rischia di passare la vita in un carcere di massima sicurezza.
È una cosa che mi toglie il sonno, scandalosa, come lo è il silenzio che circonda la vicenda».

Un premio alla carriera. A che punto è della sua?
«Ho sempre fatto poca tv e adesso mi ritrovo in tre serie. È un segno dei tempi. Tanti registi che conosco stanno facendo tv. Io non ho preclusioni, se una cosa mi piace la faccio».

Ma la tv la guarda?
«Mio papà non ce l'aveva in casa e io non ho un rapporto facile con la tv. Per farla funzionare, ormai, ci vogliono quattro telecomandi. Non ci entro proprio in relazione. Come con il microonde».

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Mai fatto binge watching?
«Cosa, scusi?».

Mai visto una serie tutta d'un fiato?
«Solo una volta, Six Feet Under (del 2004, ndr). Ho visto anche Call my agent! (la serie sul mondo del cinema, ndr), perché uno dei personaggi cui si sono ispirati, Andrea Martel, è stata la mia agente. Ma non condivido l'entusiasmo: non è una serie abbastanza cattiva, è edulcorata».

Le hanno mai proposto di dirigere una serie?

«No. Ma un paio di volte mi hanno chiesto di dirigere film non miei. Ho sempre risposto che non saprei prendere una storia che non mi appartiene. Sto lavorando al mio nuovo film: ho la sceneggiatura e un primo contatto con un produttore».

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L'età, come la vive?

«Mi ha dato il coraggio di prendere iniziative, cosa che non facevo da giovane. Mi vergognavo troppo. Lo spettacolo di teatro, Io Sarah, Io Tosca, viene da una proposta mia, l'ho scritto io. Trent' anni fa non l'avrei mai fatto. Per insicurezza e per stupidità».

Dicono sia snob. È vero?

«Ho peggiorato le cose dicendo che non uso la tv? Piacere a tutti è impossibile, pazienza. Ovviamente gli attori desiderano essere amati. Ma la mia dose di affetto e amicizia l'ho avuta. Anche questo viene con l'età».

È vero che interroga i fan che le chiedono una foto? «Faccio la foto se mi dicono cinque titoli in cui ho recitato: non ci azzeccano mai. Ma lo faccio per gioco, non sono abbastanza cattiva. Alla fine prevale la tenerezza».

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Social, niente.

«Niente. Non sono su nulla, mi ferirebbe leggere le critiche. Preferisco non sapere. Una volta in Francia prima di entrare in una trasmissione un giornalista venne da me: È stata gentile a venire, nonostante quello che ho scritto di lei. Gli risposi la verità: che non sapevo nemmeno chi fosse».

Fra dieci anni dove sarà?

«A scrivere. Per il resto, ho una sola nipotina. Sarebbe bello averne altre, e fare la nonna».

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Il Messaggero