Katia Follesa: «Mi sono sempre presa in giro per il mio aspetto. Non sono una modella, preferisco far ridere»

La comica parla di Social Family, la serie tv di cui è protagonista con marito e figlia di 12 anni: "La nostra vita è un Truman Show"

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Una Casa Vianello 2.0 con elementi di reality, una buona dose di improvvisazione e una famiglia di comici al centro: la brianzola 45enne Katia Follesa (ex bionda del duo Katia e Valeria), il milanese 47enne Angelo Pisani (del duo Pali e Dispari) e la loro bimba undicenne, Agata. Alla seconda stagione, in onda ogni sabato con due nuove puntate su Discovery+, Social Family - Stories di famiglia è solo uno degli impegni televisivi di Follesa, passata a riscuotere dopo il successo di LOL.


Non le dà fastidio mettere in piazza la vostra vita?
«No. La nostra vita è un Truman Show, siamo abituati a stare in mezzo alla gente. Per lo show seguiamo un copione, ma improvvisiamo anche molto».


E vostra figlia?
«Agata è molto brava. Noi, che abbiamo avuto successo da grandi, viviamo la popolarità con un po' di vanità. Per lei è normale. Questa estate hanno cominciato a riconoscere anche lei, a chiederle delle foto».

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E voi?
«Fino a poco tempo fa vietavamo la pubblicazione della sua immagine. Avevamo paura che, iniziando le scuole medie, le persone potessero chiederle l'amicizia solo perché fa tv».


Il suo successo lo misura a partire da LOL?
«Ho fatto LOL dopo essere stata sul palco per anni. Al pubblico ha portato una ventata di leggerezza, a me grandi occasioni».


Per esempio?
«Il remake di Tra moglie e marito, che è andato in onda su Real Time. Non avevo mai fatto prima quel tipo di programmi».


Il prossimo passo: il cinema?
«No grazie, lo preferisco da spettatrice. Non penso sarei in grado. Nel campo della comicità vado a colpo sicuro. Se mi mettessi a fare cinema è come se da domani iniziassi a suonare il basso».


Non è ambiziosa?
«Certo. Vorrei avere la credibilità per uno spettacolo comico tutto mio, stralunato e sperimentale».


Sanremo lo farebbe?
«Non sarei nel mio. E poi non mi interesserebbe fare una passerella in vetrina solo per essere giudicata».


Alla prima copertina che ha fatto (su Vanity Fair con Giraud e Guzzanti, ndr), l'hanno giudicata. Le è dispiaciuto?
«Non mi pento di nulla. Quella copertina era una riproduzione artistica della nascita di Venere, e non era fotoshoppata. Io mi sono divertita e lo rifarei».


Non c'era niente di finto?
«Oh, sì. Ci hanno messo le unghie finte e ci sono volute due settimane per toglierle».


La bellezza aiuta nel suo lavoro?
«Certo. Ma io questa sono e non posso cambiare, non posso mica diventare una modella. Mi sono sempre presa in giro per il mio aspetto fisico, con autoironia: io e Valeria (Valeria Graci, ndr) siamo state la prima coppia di donne a parodiare Miss Italia, in costume davanti a 2500 persone».


Politicamente corretto: si o no?
«Vorrei dire: chi se ne frega? Io adoro il politicamente scorretto. Certo, in un paese cattolico come il nostro, non vuol dire che si debba insultare chiunque».


C'è chi dice che le comiche siano più volgari dei colleghi maschi. È così?


«La donna viene considerata volgare se si mette una minigonna coi tacchi, figuriamoci se dice vaffanculo. Credo che chi la pensa così abbia un problema, o perlomeno un grosso limite». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero