Inglesina, morto Liviano Tomasi, il fondatore: dal modello London a Trilogy, le carrozzine per bambini più note al mondo. La battaglia al calo demografico

L'imprenditore fondò l'azienda nel 1963 ad Altavilla applicando le sue conoscenze nel campo delle macchine da corsa

Morto Liviano Tomasi, creatore di Inglesina: dal modello London a Trilogy, le carrozzine per bambini più note al mondo. La battaglia al calo demografico
Addio a Liviano Tomasi, creò l'azienda Inglesina in pieno boom economico e demografico - 1963 - quando ancora il Nord Est non si chiamava così e...

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Addio a Liviano Tomasi, creò l'azienda Inglesina in pieno boom economico e demografico - 1963 - quando ancora il Nord Est non si chiamava così e la portò a conquistare vaste fette di mercato in oltre 40 nazioni, resistendo anche a un nemico potentissimo e implacabile, il calo demografico. E' morto, dopo una lunga malattia, l'imprenditore geniale di Altavilla, lascia la moglie Bruna e i figli Luca e Ivan, oggi alla guida dell’azienda che ha sempre il quartier generale nel Vicentino.

Fu lui a far uscire dalla nicchia le carrozzine per bambini migliorandone la tecnica, rendendole più eleganti e funzionali (il modello London a ruote alte molto molleggiate ha fatto scuola) applicando le conoscenze che aveva accumulato nel settore delle vetture da corsa. Oggi se si dice Trilogy non si pensa solo a una saga letteraria o cinematografica e lo stesso vale per Ovetto, che non è quello con la sorpresa, ma un contenitore sicuro per piccoli umani. Certo la qualità e la comodità d'uso si pagano e anche questo ha contribuito a rendere le carrozzine Inglesina un "veicolo" da sfoggiare come una fuoriserie, una dotazione imprescindibile per le famiglie agiate, un regalo graditissimo da parte dei nonni. Carrozzine poi dichiaratamente imitate a consacrazione del successo anche internazionale. Con il fatturato di Inglesina che è salito attorno a quota 50 milioni di euro, con metà di esso dovuto alle esportazione

L'azienda di Liviano Tomasi e poi dei figli ha sempre saputo essere avanti ai tempi, poi però nell'ultimo decennio i possibili "passeggeri" italiani delle carrozzini si sono via via ridotti a colpi anche di 15mila nati in meno l'anno. E' vero che i prodotti di gamma alta soffrono meno in caso di crisi, ma in questo caso la drammatica riduzione delle nascite restringeva senza pietà il mercato. Come arginare la piaga assoluta del calo demografico? Investendo di più all'estero, in paesi che non sono alle prese con questa situazione.  

E poi è vero che un modello Inglesina non è a buon mercato, ma poi quante generazioni è in grado di affrontare? Quanti passaggi da fratello a fratello, da cugino a a cugino. Un investimento, in altre parole. E che fascino nei modelli ispirati dalle epopee delle avventure dell'Unità tipo quelli della linea Apollo 

Lo scorso anno l'azienda aveva festeggiato i 60 anni d attività. Appassionato di macchine da corsa, Tomasi iniziò con i tricicli per bambini per poi passare alle carrozzine e ai passeggini. L'Inglesina fu chiamata così perchè nel telaio a balestra e nelle grandi ruote richiamava le carrozze inglesi: il modello London conquistò il mondo.

 

«Il Veneto piange la scomparsa di Liviano Tomasi, papà dell' Inglesina, brand nato ad Altavilla Vicentina, in provincia di Vicenza, nel 1963 e noto in tutto il mondo per le carrozzine con le grandi ruote da favole principesche, capace di coniugare bellezza, tecnologia e benessere. Appassionato di macchine da corsa, iniziò con i tricicli per bambini per poi passare alle carrozzine e ai passeggini. Ci lascia un imprenditore che, inseguendo le sue passioni, grazie a fantasia ed intuizione, ha fatto conoscere la qualità del made in Veneto a livello mondiale». Lo afferma il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ricordando l'imprenditore Liviano Tomasi. «Ai figli, Luca e Ivan, e a tutta la famiglia giunga il nostro cordoglio. Proprio nel 2023 Liviano aveva festeggiato i 60 anni dell'azienda. Un marchio tutto veneto che la creatività, l'innovazione e la cura ai dettagli hanno reso un punto di riferimento nel mondo dei prodotti per l'infanzia», conclude.

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Il Messaggero