Idris Sanneh, morto il giornalista e tifoso della Juventus di "Quelli che il calcio". Aveva 72 anni

Era ricoverato in ospedale da alcune settimane e viveva a Bedizzole in provincia di Brescia

Idris Sanneh, morto il giornalista e tifoso della Juventus di "Quelli che il calcio"
È morto Idris, giornalista e personaggio televisivo conosciuto al grande pubblico grazie alla trasmissione "Quelli che il calcio" a cui partecipava da appassionato. tifoso juventino....

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È morto Idris, giornalista e personaggio televisivo conosciuto al grande pubblico grazie alla trasmissione "Quelli che il calcio" a cui partecipava da appassionato. tifoso juventino. Era ricoverato in ospedale da alcune settimane. Edrissa Sanneh, questo il nome completo, originario del Gambia aveva 72 anni e viveva a Bedizzole in provincia di Brescia

 

Dal 1993 per anni ha raccontato le partite della Juventus dalle tribune stampa degli stadi di tutta Italia. È stato il primo a lanciare il ruolo del giornalista-tifoso e ha diretto anche un telegiornale multietnico su una tv locale bresciana. Negli ultimi anni ha vissuto a Brescia, occupandosi di giornalismo e facendo il corrispondente per giornali, radio e tv in Senegal.

 

Il successo a Quelli che il calcio

Per anni è stato ospite e tifoso sfegatato della trasmissione di Fabio Fazio.

 

Arrivato in Italia nel 1972 con una borsa di studio all'università per stranieri di Perugia, si è trasferito a Brescia dove ha lavorato come deejay nei locali.

 

 

Il ricordo di Marino Bartoletti

A darne notizia sui social Marino Bartoletti, che del programma fu l'ideatore. «Mi appare un sms col numero di Idris. Sorrido: come sempre. Poi mi si gela il sangue!», ha scritto Bartoletti, riportando poi il messaggio ricevuto dai familiari di Idris: «Ciao care amiche e cari amici, Idris Sanneh ha lasciato questa terra oggi, di venerdì, il suo giorno preferito, accompagnato dalle sue Donne e da tanto Amore. La mancanza che sentiremo è superata solo dalla straordinarietà della sua vita, dei suoi insegnamenti e del suo cuore… La sua presenza si rinnoverà ogni giorno nei cuori e nelle azioni di tutte noi… Inchallah Papà».

Bartoletti ricorda poi: «Mi chiamava "il mio Muzungo", che stava per "grande fratello bianco". E la nostra era veramente fratellanza pura, fatta di amore, di ironia, di complicità, di dolcezza. Era un uomo entusiasta, intelligente, tollerante, colto, spiritoso, riconoscente. Mi voleva un bene dell'anima. E io a lui! Quando usciva dalle righe mi chiedeva di "perdonarlo". Ed era fin troppo facile, vista la sua innocente bontà. Ma stavolta credo proprio che non ci riuscirò! In questo mondo di divisioni infami sapeva sempre unire, mai dividere Se ne va veramente un pezzo della mia vita. Inchallah mon frère. Bon voyage», conclude Bartoletti.

 

 

 

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Il Messaggero