Guido Carboniello, morto di tumore il musicista degli Styles ed ex chitarrista di J-Ax: aveva 41 anni

Il saluto di J-Ax: "Ciao Guido, sei solo dall’altra parte della strada"

Guido Carboniello, morto di tumore il musicista ed ex chitarrista di J-Ax: aveva 41 anni
Lutto nel mondo della musica. È morto a soli 41 anni Guido Carboniello, musicista degli Styles che da tempo lottava contro una grave malattia. Dopo la diagnosi di tumore,...

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Lutto nel mondo della musica. È morto a soli 41 anni Guido Carboniello, musicista degli Styles che da tempo lottava contro una grave malattia. Dopo la diagnosi di tumore, tenuto sotto controllo per anni, la malattia era recentemente tornata in forma più aggressiva. Carboniello era molto noto tra i fan di J-Ax del quale era stato a lungo il chitarrista. Da tempo suonava nel gruppo rock The Styles ma sulla pagina fan di J-Ax un post lo ricorda con profondo affetto: «Avrai sempre più stile. Ciao Guido, sei solo dall’altra parte della strada»

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La passione di Guido per la musica nacque quando era ancora un adolescente. Divenne popolare tra gli studenti del Liceo Classico Alessandro Volta di Como proprio per la capacità di comporre. Amante dei Blur e degli Oasis, si appassiona al punk rock e sceglie la chitarra elettrice come strumento principale. L’incontro con J-Ax cambiò la sua strada. Aveva già fondato la band The Styles nel 2005  raggiunto i primi traguardo quando cominciò a collaborare con il celebre artista. Diversi i riconoscimenti guadagnati dalla band che ha aperto i concerti di Iggy Pop, Babyshambles, Dirty Pretty Things, Graham Coxon, Eagles of Death Metal, The Fratellis e Vasco Rossi.

 

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La collaborazione con J-Ax, all’anagrafe Alessandro Aleotti, comincia nel 2007. In quell’anno partecipò alla realizzazione del singolo +Stile e firmò insieme al suo gruppo l’album di debutto You live the Styles, prodotto da Sony. Guido cantava soprattutto in inglese. “Il rock in inglese suona meglio, ogni musica ha le sue radici. Se suonassimo tarantelle scriverei in italiano. E poi è internazionale, mi piace suonare all'estero. Per ora l'Italia ha esportato solo musica estremamente commerciale o estremamente alternativa, ma sarebbe bello poter cambiare un po' la storia…”.

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Il Messaggero