Giuliana De Sio: «Per i topi ho una fobia. Aggredita in barca da una pantegana, sono scappata a nuoto: un incubo»

L'attrice: «Mi sono buttata in mare, alla fine ci siamo fatti ospitare da uno yacht che stava passando. Piangevamo»

Giuliana De Sio: «La mia fobia dei topi. Aggredita in barca da una pantegana, scappai a nuoto: un incubo»
Se si chiede a Giuliana De Sio, da poco rientrata dopo lo spettacolo a Torino di "Agosto a Osage County", se abbia una fobia, la risposta potrebbe appassionare e...

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Se si chiede a Giuliana De Sio, da poco rientrata dopo lo spettacolo a Torino di "Agosto a Osage County", se abbia una fobia, la risposta potrebbe appassionare e divertire, senza limiti. Perché a stupire non è il fatto che l'attrice, vincitrice di due David di Donatello, abbia paura dei topi, quanto il fatto che, durante una vacanza in una località del sud Italia, sia stata prima assediata da un "enorme" roditore mentre era in barca. Poi se li sia ritrovati in gran numero sullo scoglio e infine, per sfuggire all'agguato, si sia ributtata in mare e abbia nuotato senza mai fermarsi finché non è stata poi salvata da una imbarcazione.

Iniziamo dalla paura per i topi, abbastanza diffusa per la verità...
«Sì, ma è un fatto ancestrale. Quando li vedo mi trasformo, urlo, nessuna cosa al mondo mi provoca l'effetto che mi danno i topi. Non so psicoanalizzarmi, ma ricordo che quando li vedo il cuore mi va in gola, è una condizione terribile. Anche se so che la pericolosità effettiva è relativa».

Ma davvero se li è ritrovati in vacanza, al mare?
«Per una che come me ha paura dei topi quello che mi è successo in vacanza è stata una specie di nemesi. E menomale che avevo una testimone, un'amica che era con me, perché altrimenti non mi avrebbe creduto nessuno: ero in un luogo meraviglioso, in una barca a motore. Mi ero appena ancorata vicino a un gruppo di scogli, la situazione era paradisiaca, prendevamo il sole, quando a un certo punto sotto il piede sinistro sento qualcosa, mi giro e vedo una pantegana gigantesca che mi guarda. Mi rigiro, rifiuto di credere che sia una immagine venuta dalla realtà, penso che sia un'allucinazione».

Ma purtroppo per lei era tutto vero?
«Mi rigiro e il topo esiste. Mi butto nell'acqua, comincio a urlare, e mi metto a nuotare verso gli scogli. Poi però mi sono accorta che proprio lì c'era una colonia di topi sfuggita a una derattizzazione. Per farla breve, lascio la barca accesa, mi tuffo e comincio a nuotare a stile libero, cosa che io prima neanche sapevo fare, verso l'infinito. Alla fine ci siamo fatti ospitare da uno yacht che stava passando. Piangevamo. Un incubo».

Questa fobia le ha poi impedito di viaggiare?


«Ma no. Sono sempre in giro per lavoro. Però, a pensarci, ho un problema di ansia anche nel fare le valigie: mi prende una piccola depressione, perché mi obbliga a fare mente locale, a ordinare i miei pensieri. Ma poi riparto come sempre». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero