Giulia Cecchettin, Bruzzone: «È omicidio premeditato, Filippo si è sentito inadeguato e l'ha uccisa»

La criminologa interviene sul caso degli ex fidanzati scomparsi

Giulia Cecchettin scomparsa, Bruzzone: «È un omicidio premeditato, Filippo si è sentito inadeguato e l'ha uccisa»
«Non si tratta più di una scomparsa, ma di un omicidio». La criminologa Roberta Bruzzone non ha dubbi e aggiunge: «C'è stato...

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«Non si tratta più di una scomparsa, ma di un omicidio». La criminologa Roberta Bruzzone non ha dubbi e aggiunge: «C'è stato occultamento di cadavere e lui si è reso irreperibile».

Il video testimonia un'aggressione.

È la prova che probabilmente la ragazza non ha superato neanche la notte.

Lei che conosce bene la psicologia dei killer, quale può essere stato il fattore scatenante?

L'aspetto che mi colpisce è che probabilmente questo ragazzo aveva delle problematiche psicologiche importanti, di matrice narcisistica.

Ci aiuti a capire meglio.

Non è riuscito a elaborare la fine della storia e si è sentito inadeguato rispetto a Giulia. Perché lei gli obiettivi li aveva raggiunti e lui no. Evidentemente c'era una sorta di competizione diretta tra i due. Che Giulia non ha visto e non ha colto, ma da parte di Filippo c'era. E tutto questo accade a ridosso della laurea di Giulia. Un momento in cui lei avrebbe certamente spiccato il volo e avrebbe cominciato anche una sua carriera. Una fine definitiva, quindi, di quella relazione che lui non tollerava potesse avvenire. Probabilmente l'ha attirata in questa trappola con la consapevolezza che quel giorno lei a casa non sarebbe tornata.

Ci potrebbe essere stato quindi un pensiero di fondo da parte del ragazzo di arrivare a un gesto estremo.

C'erano tutti gli ingredienti che l'hanno destabilizzato al punto tale da progettare questo piano scellerato. Ci vedo molto la dimensione narcisistica e anche una profonda immaturità.

Aspetto narcisistico ricorrente anche nel caso di Impagnatiello.

Questa è l'epoca di soggetti che hanno questo tipo di caratteristiche narcisistiche. Davanti alla frustrazione, che può essere generata dalla competizione, da sentirsi inadeguati, dall'essere abbandonati, o semplicemente dal fatto che una persona può cominciare a diventare un ostacolo (come nel caso di Giulia Tramontano). Questo tipo di personalità la frustrazione non la tollera e gli ostacoli (che nel caso di Giulia era il bimbo che portava in grembo) li elimina.

La componente quasi maniacale (Filippo voleva decidere tutto sulla festa di laurea di Giulia) è un segnale di rischio?

Mi piacerebbe far passare un messaggio. Questi sono aspetti che vanno colti. Segnali di rischio. Non è normale, non è sano che la persona con cui stiamo si senta in diritto di controllare tutti i nostri movimenti, quello che facciamo, con chi parliamo. È un segnale che qualcosa va. Sono delle problematiche. Non è interesse, ma ossessione. Di ragazze che si trovano alle calcagna lo stesso fidanzato è pieno, spesso proprio perché sono molto buone, empatiche. A volte vengono manipolate, vengono fatte sentire in colpa. "Senza di te non riesco a vivere, a studiare". Si sentono in colpa e continuano a frequentarli. Ma così alimentano l'ossessione. Quando una storia finisce finisce. 

Diventano delle prede.

Certo. Perché sono incapaci di elaborare un "no", una frustrazione. E quindi arrivano a compiere gesti per cancellarlo. Io temo che Filippo abbia progettato il sequestro e l'omicidio di Giulia.

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Il Messaggero