Francesca Fioretti e la vita senza Davide Astori: «Trovo la forza per Vittoria nel suo ricordo»

Non aveva mai parlato pubblicamente da quel maledetto 4 marzo 2018. Davide Astori è morto nella stanza di albergo di Udine dove era in trasferta con...

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Non aveva mai parlato pubblicamente da quel maledetto 4 marzo 2018. Davide Astori è morto nella stanza di albergo di Udine dove era in trasferta con la Fiorentina, di cui era capitano. Stroncato da morte cardiaca improvvisa seguita a tachiaritmia. Francesco Fioretti ha scelto il silenzio, si è chiusa nel suo dolore. Lei, la sua compagna e mamma della loro figlia Vittoria. Oggi, in una lunga intervista rilasciata a Walter Veltroni per il Corriere della Sera, di cui riportiamo qualche passaggio, si è aperta a 360 gradi, rivivendo il grande amore condiviso con il suo Davide.   


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«La vita con Vittoria è stata dura, non le ha concesso neanche la meraviglia dei giorni insieme che Davide ed io abbiamo vissuto - racconta Francesca Fioretti - Io so che non devo vivere il mio dolore attraverso di lei, non devo apparire triste né disperata. La sua serenità dipende dalla mia. Davide, per quanto mi possa far soffrire, non deve diventare un tabù». La figlia Vittoria ora è il centro della sua vita, che porta avanti nel ricordo di Davide. «Nemmeno la cosa più tragica che poteva mai accadermi doveva destabilizzare lei quanto aveva annientato me... Vittoria non avrebbe mai dovuto essere la spugna delle sofferenze degli altri, e tantomeno delle mie. Io so che tutti le vogliono un bene infinito, ma non so quanti possano avere la forza di non farle leggere negli occhi la sofferenza, e per me evitare questo è fondamentale».



Le foto, i video insieme. Ciò che resta a Francesca è il ricordo di un amore vero. «Le mie lacrime ci saranno, e le condividerò con lei, ma dovrò fare in modo che lei comprenda che sono lacrime non di disperazione. Sono lacrime di emozione, quell’emozione che solo i ricordi più belli possono creare. Insieme sapremo colmare il vuoto che si è creato riempiendolo con tutti i ricordi e le immagini di noi e del breve ma intenso periodo che abbiamo condiviso».
 

Il racconto del primo incontro e il corteggiameno di Davide, come l'ha conquistata. «Una sera di settembre 2013. A una festa lui mi ha fermato per chiedermi come era il Vietnam, dove io ero stata come concorrente del programma televisivo “Pechino express” - dice - Sembrava una strategia di “rimorchio”, ma la vita e i nostri viaggi si sarebbero incaricati di provarmi che era sincero. Quella notte mi arrivò il suo primo messaggio, si era fatto dare il numero da un amico. Mi ha scritto per un mese, ogni giorno».

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Le conversazioni su whatsapp, le parole di Davide sono un'eredità da riportare a Vittoria quando sarà più grande «Lì sono tutte le nostre chat del primo periodo...  Oggi, se penso che mia figlia da grande potrà leggere i messaggi con le tecniche di seduzione del papà, mi viene da sorridere. Così è iniziato il nostro amore». La paura di aver perso la figlia e la gioia dell'arrivo di una femminuccia. «Prima del viaggio in Perù scoprii di essere incinta. Dopo un controllo fatto lì ci dissero che avevamo perso la nostra creatura e invece, tornati a Roma, abbiamo scoperto che non si era mossa, era lì ad aspettarci. Lui allora si convinse che era femmina. “Se è così forte, non può che essere una bambina”. E per questo decidemmo di chiamarla Vittoria».
 


Poi descrive il carattere di Astori, sulla scia delle tante testimonianze di chi lo conosceva, compagni di squadra e amici. «Davide era un animo gentile, era un uomo curioso e allegro. Amava l’architettura, leggeva molto e gli piaceva scoprire quello che non sapeva, cercare ciò in cui si sentiva debole. Eravamo felici, davvero. Mi sembrava che la vita mi avesse fatta bella, con lui».


Ripartire. Questo è l'obiettivo di Francesca. Cercare di tornare a vivere nel segno della loro bambina. «Io guardo Vittoria e so che il mio dovere è trasmetterle serenità e felicità, in questo caos. Ogni tanto penso che senza di lei forse avrei potuto gestire più facilmente il mio dolore. Sarei andata lontano, dove nulla mi riportava nel gorgo. L’amore di mia figlia è l’unica cosa più forte del mio dolore. Così deve essere. Devo riuscirci... Ora la mia vita deve ricominciare. Ce la metterò tutta. Di una cosa sola sono certa. Di avere reso felice Davide nel tempo che abbiamo vissuto insieme... C’era una vita possibile, per me e per lui. Ora, almeno per me, ce n’è un’altra, che non ho scelto. La costante gioiosa è Vittoria. Vittoria, la vita che non smette». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero