«So che può esserci un tradimento, lo capisco in un matrimonio durato tanti anni, con figli grandi. In un matrimonio giovane com’era il nostro non dovrebbe...
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Fausto Brizzi dopo le accuse di molestie: «Sono uscito dall'ombra, in Italia vogliono le disgrazie altrui»
«La crisi», racconta Claudia, «poteva finire risolta in famiglia, come penso debbano finire tutti i rapporti tra due persone che si sono amate. In passato, alle amiche che mi dicevano di essere state tradite io consigliavo: pensaci, parlatene, ti do il numero del mio analista... Ci vado da 13 anni. Quando ho iniziato a recitare, stavo male, ho girato Quo vadis, baby? di Salvatores, il film più bello che abbia mai fatto, ma ero una donna che si uccideva, tornavo a casa e piangevo. Con l’analisi ho imparato a scindere vita e lavoro. Oggi, a seconda dei periodi, ci vado più o meno spesso. Sì, quest’anno con l’analista ho avuto molti incontri...». Con Brizzi, dice, «stiamo cercando di avere un rapporto da bravi genitori, che si rispettano, per il bene e la serenità di nostra figlia. Cerco di essere molto rispettosa del rapporto della bimba con suo padre. Lui per lei è un eroe e io voglio che lo ami». Alle accuse – le attrici parlavano di avances pesanti e rapporti non consenzienti – giura di non avere creduto: «Mai. Perché ho visto come mi ha corteggiato, come è stato nell’inizio del nostro amore, pieno di rispetto. Anzi, ero molto io che lo volevo». Del MeToo sostiene che «poteva essere un movimento fortissimo, ma è finito in “Al lupo, al lupo”, facendo perdere potere alle donne che, mi dice un magistrato, in un caso su due denunciano abusi che non sono stati fatti, il che danneggia le vittime vere».
«Questo», dice, «è stato un anno molto doloroso ma incredibilmente anche uno dei più felici della mia vita, perché ho preso consapevolezza di tante cose. Ho imparato che nella vita precedente sbagliavo quando accantonavo il dolore, perché per rinascere devi attraversarlo tutto. L’ho fatto, e sono molto fiera di me. Sono molto cambiata». A partire dal rapporto con il cibo: era vegana crudista, piangeva nelle interviste per le vongole messe in padella. «Invece adesso ho imparato che le cose si lasciano andare. Il mio estremismo mi faceva perdere anche la socialità, il piacere di mangiare con gli amici. Adesso invece la pasta alle vongole può capitare che la mangi. Non sono più così rigida, e poi la bambina mi ha reso più libera: lei per esempio il pesce azzurro lo mangia, perché è salutare».
Ha un nuovo compagno, Luigi, istruttore sportivo, che ha una decina d’anni meno di lei. «Ci frequentiamo dalla fine della scorsa primavera. È una persona che mi ha veramente aiutata.
Il Messaggero