Elena Santarelli: «Le cose più strane che mi hanno chiesto su Instagram»

Elena Santarelli: «Le cose più strane che mi hanno chiesto su Instagram»
La malattia di suo figlio, le critiche sui social, ma anche la forza che solo una mamma riesce a tirare fuori. Elena Santarelli si racconta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso...

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La malattia di suo figlio, le critiche sui social, ma anche la forza che solo una mamma riesce a tirare fuori. Elena Santarelli si racconta ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del programma "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall'1.30 alle 6.00 del mattino.

 
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L'attrice, showgirl e conduttrice tv ha parlato del delicato momento che sta vivendo a causa della malattia del figlio:
«Ovviamente non è una cosa bella per un genitore quando un figlio viene colpito da una malattia del genere, è un pugno nello stomaco. Sono arrivata a parlarne con serenità, pur avendo un dolore dentro, che però cerco di non mostrare. Sono arrivata ad essere così forte e positiva nel corso dei mesi. Lo sono diventata perché vedo talmente tante realtà peggiori della mia che alla fine arrivo a svegliarmi la mattina e a dire 'ok, c'è questo problema da risolvere, combattiamo'. Ogni mamma in certi reparti soffre, solo che la parola tumore fa più paura, sulla parola tumore ci sono troppi preconcetti. Non è che tutti i bambini che affrontano questo percorso siano allettati come pensa la gente, la maggior parte dei bambini che affrontano questa sfida ha energia da vendere, anche perché le chemio dei bambini sono diverse rispetto a quelle degli adulti. E poi i bambini sono puri, hanno un modo di reagire diverso, per mio figlio combattere questa malattia è come combatterne un'altra che si può chiamare varicella o morbillo, dico due nomi a caso. Un adulto parte già svantaggiato, si documenta, gli viene il terrore. Poi per il bambino è importante anche l'atteggiamento di un genitore. Se sei positivo, generi positività anche in tuo figlio. Solo per il fatto che mio figlio parla, ride, gioca, continua ad essere lo stesso di prima, pur dovendo affrontare una sfida enorme, è motivo di gioia quando mi sveglio la mattina. La vita è adesso. Anche solo il fatto che mio figlio si alzi dal letto, vada in bagno a lavarsi i denti, e ritorni a letto, non è scontato».



Alle critiche ricevute per essere tornata a lavorare nonostante il dramma familiare la Santarelli risponde:
«Se non ci si passa non si può giudicare più di tanto. E' assurdo che io mi debba giustificare per una cosa che le altre mamme, parlo di quelle che sono di Roma ovviamente, avendo mio figlio in cura al Bambin Gesù, fanno normalmente. Tutte tornano a lavorare. E nessuno sa che hanno il figlio con un tumore, per questo non vengono giudicate. Questo è il lato negativo del mio lavoro. Mi sono esposta pubblicamente solo per parlare del progetto Heal e della ricerca».

Poi parlando dei commenti che riceve su Instagram la showgirl confessa di essere oggetto di richieste quantomeno stravaganti :
«C'è chi mi chiede che odore hanno i miei piedi oppure quante volte faccio la pipì ogni giorno. Comunque sono una minoranza". Quanto alle esternazioni del pubblico femminile: "Piaccio alle donne, non suscito un sentimento negativo, di odio. Perché comunque mi pongo in modo semplice e sincero, non le prendo in giro, e poi non ammicco più di tanto. I calendari li ho già fatti in passato, ora basta, vado verso i 38 anni, non è più il tempo delle pose sexy. Le mie amiche mi chiamano 'Il Generale' sull'alimentazione. Mangio bene ma non per una questione estetica ma di benessere. In un periodo della mia vita mi vedevo gonfia, dormivo male, avevo preso sei o sette chili. Da lì ho iniziato a mangiare in modo sano. Cosa sogno di diventare da grande? La nonna. Mi piacerebbe molto, un giorno, diventare nonna".


Infine una battuta sulla notte del cuore:
«Quella in cui alle 3 di notte andai all'ospedale di Siena per partorire Giacomo, passai metà notte a casa con i dolori, poi mia cognata mi venne a prendere con una macchina bassissima, sportiva, mio marito era in ritiro, mi ha raggiunto quasi a cose fatte, per le strade della campagna senese urlavo a mia cognata di andare piano, perché altrimenti avrei partorito in macchina». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero