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La sua interpretazione di Jeffrey Dahmer, soprannominato «il cannibale di Milwaukee», ha conquistato milioni di spettatori. E ha fatto guadagnare a Evan Peters il Golden Globe come miglior attore in una miniserie, premiato martedì sera a Los Angeles. La serie racconta la storia del serial killer americano che ha confessato di aver ucciso diciassette giovani gay tra il 1978 e il 1991.
Ma la madre di una delle vittime del serial killer ha confidato la sua rabbia al sito TMZ. Shirley, la madre di Tony Hughes, si è detta «furiosa» per il fatto che l'attore non avesse avuto neanche parola nei confronti delle vittime o delle loro famiglie, che «soffrono ancora per questi crimini».
Il discorso ai Golden Globes
Nel suo discorso, l'attore 35enne ha voluto ringraziare il creatore Ryan Murphy, Netflix e anche il pubblico. «Voglio ringraziare tutti coloro che hanno guardato la serie. È stata difficile da realizzare e difficile da guardare, ma spero sinceramente che ne sia venuto fuori qualcosa di buono». Una frase che ha lasciato Shirley amareggiata: «Non fa che aumentare il dolore delle famiglie i cui cari sono stati uccisi da Dahmer, che rivivono ogni giorno quella tragedia». Secondo lei, Evan Peters avrebbe dovuto menzionare le famiglie delle vittime e Hollywood avrebbe dovuto smetterla di raccontare storie sui serial killer e glorificarli. «Ci sono un sacco di persone malate nel mondo e le persone che guadagnano ruoli recitativi interpretando gli assassini alimentano quest'ossessione».
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Il Messaggero