Cristina Marino: «Grazie a Luca Argentero ho superato un periodo molto difficile. Non potevo dare padre migliore ai miei figli»

La moglie di Luca Argento si racconta tra vita privata e professionale: «Mio marito vorrebbe avere una squadra di calcio ma cercherò di fargli cambiare idea. Piano piano lo sto convincendo»

Cristina Marino: «Grazie a Luca Argentero ho superato un periodo molto difficile. Non potevo dare padre migliore ai miei figli»
Cristina Marino come Brigitte Bardot? «Me lo dicono spesso e a volte mi illudo che sia così». Al settimanale Oggi l'attrice, compagna nella vita di...

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Cristina Marino come Brigitte Bardot? «Me lo dicono spesso e a volte mi illudo che sia così». Al settimanale Oggi l'attrice, compagna nella vita di Luca Argentero si racconta. Si racconta senza avere intorno i suoi adorati bambini, Nina Speranza, 3 anni, e Noè Roberto, cinque mesi. E nemmeno l'uomo che ha deciso di sposare nel 2021. E pensare che «mio marito vorrebbe avere una squadra di calcio ma cercherò di fargli cambiare idea. Piano piano lo sto convincendo». Ne bastano due, insomma. Ma «in famiglia abbiamo questa regola: non lasciare da soli i bambini. Così a casa con loro c’è sempre uno di noi». 

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Cristina Marino e l'amore con Luca Argentero

Nel cinema ha debuttato nel 2009 in Amore 14 di Federico Moccia, ora, a inizio settembre la rivedremo nelle sale con Uomini da marciapiede. Un film dove Cristina interpreta una moglie arrabbiata, «perché si ritrova un marito, interpetato da Paolo Ruffini, che nel ruolo di compagno e padre vive qualche fallimento».

Nella sua vita invece non è così. Proprio per niente. «L’amore tra noi si manifesta quotidianamente. Anche attraverso piccoli gesti: un mazzo di fiori inatteso, un weekend speciale organizzato a sorpresa, la tavola ben preparata per una cena. Luca è sempre molto attento».E poi «è un papà eccezionale, un super papà. Non potevo dare ai miei figli un padre migliore. È affettuoso, giocoso, felice di questo ruolo»

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Il dolore per la morte del padre

Ma per Cristina Marino c'è stato anche un momento duro da affrontare. «A febbraio ho vissuto il grande lutto della morte di mio padre. Penso di aver superato quel periodo difficile perché il mio nido familiare è fortissimo. Se il tuo compagno di vita è veramente tale, diventa il tuo valore aggiunto, il tuo sostegno nelle difficoltà e nei dolori che la vita ti offre perché sennò non si chiamerebbe vita e si chiamerebbe felicità. Io e Luca siamo diventati famiglia prima che nascessero i bambini. Ci siamo conosciuti e innamorati forse nella peggiore versione di noi stessi perché eravamo più giovani. Oggi sento la consapevolezza della maternità, di averfatto la cosa più potente che potessi fare, quindi mi sento migliore di prima».

 

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Il Messaggero