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Christian Eriksen è stato operato e gli è stato impiantato un defibrillatore sottocutaneo per tenere sotto controllo la frequenza cardiaca. Come riporta la Gazzetta dello Sport l'intervento è avvenuto ieri, una operazione di che è considerata di routine in ambito medico ma che nel caso del campione danese dell'Inter rappresenta il rischio di metter fine alla sua carriera di calciatore. Oggi il calciatore potrebbe essere dimesso e lasciare l'ospedale L'annuncio della federcalcio danese è arrivato nella mattinata di ieri, nel giorno in cui la nazionale è tornata in campo e con tutto il pubblico di Copenaghen che ha reso omaggio al suo giocatore con un minuto di fermo gioco durante la sfida al Belgio.
Domenica l'arresto cardiaco in campo
Domenica scorsa il crollo in campo per un arresto cardiaco, «uno choc che resterà per sempre», come ha detto il capitano Kjaer; oggi la decisione dell'intervento che mette seriamente a rischio la carriera del centrocampista dell'Inter. Perchè se in Europa ci sono casi di giocatori che proseguono con quell'ICD annunciato per Eriksen, come l'olandese Blind, le norme italiane sono molto più severe in Italia.
Una rete di defibrillatori in ogni città per ridurre i rischi legati all'infarto
Le prime parole dopo il dramma
Nuovi particolari sui momenti in cui Eriksen è 'resuscitato', grazie al defibrillatore di emergenza, sono stati rivelati da Jens Kleinefeld, il medico tedesco che lo ha soccorso. Quando ha riaperto gli occhi, questi gli ha chiesto «bene, sei tornato con noi?» e lui ha risposto «sì, sono tornato», e poi: «Accidenti, ho solo 29 anni». Eriksen, ricorda Castellacci, quando e se andrà alla visita per l'idoneità dovrà essere informato dei rischi. «Il calcio è questo: quattro minuti prima chiedevi 'sei tornato tra noì, un minuto dopo tutti si chiedono 'tornerà in campo?».
La decisione dell'intervento chirurgico
La federazione danese ha fatto sapere che «dopo i vari esami ai quali è stato sottoposto Christian, si è deciso per l'intervento. L'ICD, una variante migliorata di un pacemaker, »è necessario dopo un infarto dovuto a disturbi del ritmo« del cuore. La decisione, presa dal cardiologo dell'ospedale dove è ricoverato Eriksen, »è stata accettata« dal giocatore e »confermata da specialisti nazionali e internazionali che consigliano lo stesso trattamento«. Come un pacemaker convenzionale, il dispositivo invia impulsi elettrici quando la frequenza cardiaca rallenta, ma è in grado di gestire anche ritmi troppo veloci. Intanto l'Europeo continua e prima di Danimarca-Belgio il capitano Simon Kjaer, uno dei primi ad accorgersi del malore ed a soccorere il compagno, lo ha ricordato con un messaggio via social: »Sono stati giorni molto speciali in cui il calcio non era la cosa più importante. È stato uno shock che farà parte di me e di noi per sempre. La sola cosa che importa è che Christian stia bene. Andiamo in campo per lui, lo terremo sempre nei nostri cuori«. Al 10' della partita (il numero di Eriksen) il pubblico gli ha dedicato un omaggio, che il centrocampista ha potuto ascoltare: il Rigshospitalet dista appena un chilometro in linea d'aria dal »Parken«, lo stadio di Copenaghen.
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