Tutti ballano il Bongo Cha Cha Cha, tranne Caterina Valente

Tutti ballano il Bongo Cha Cha Cha, tranne Caterina
Tutti ballano il Bongo Cha Cha Cha, tranne Caterina. Fosse stato per Caterina Valente, i TikToker di tutto il mondo potevano anche scordarsi di ballare il Bongo Cha-Cha-Cha. Sulla...

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Tutti ballano il Bongo Cha Cha Cha, tranne Caterina. Fosse stato per Caterina Valente, i TikToker di tutto il mondo potevano anche scordarsi di ballare il Bongo Cha-Cha-Cha. Sulla sua pagina Facebook si scopre, infatti, che la 90enne interprete del tormentone planetario dell’estate non aveva alcuna intenzione di approvare il remix del suo pezzo realizzato dai Goodboys, malgrado i produttori della nuova versione le avessero garantito un arricchimento della sua fan base di Millennial e Gen Z. Per farsene cosa, si sarà chiesta Caterina, che nella sua carriera da Guinness ha venduto 20 milioni di dischi, inciso più di mille brani e duettato con Louis Armstrong, Ella Fitzgerald, Dean Martin e Mina, con cui divide da anni l’eremo svizzero di Lugano.

Secondo l’artista, il pezzo era già un po’ banale e sempliciotto allora, figurarsi cosa poteva diventare dopo il remake da parte di una banda di dj inglesi, che avrà scambiato per un gruppo di scappati di casa con la tuta acetata (mica lo smoking del suo vecchio partner Bing Crosby). C’è di sicuro che questi -dopo centinaia di milioni di visualizzazioni sui social- sono scappati sul serio con un bel po’ di royalties e non le dovranno spartire con Caterina, cui hanno fatto ascoltare il brano solo per cortesia. Il suo fermo rifiuto al progetto non poteva, infatti, bastare a dissuaderli, perché il brano dopo 50 anni è di pubblico dominio e la cantante può accampare zero diritti, non avendo neppure firmato come autrice. Niente di nuovo nel mondo delle sette note.

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Già in passato Prince e George Michael avevano litigato con le case discografiche che non ne tutelavano abbastanza il repertorio e la stessa Valente interruppe per lungo tempo i suoi spettacoli dal vivo, a causa di rapporti tumultuosi con impresari poco onesti. Un peccato per una straordinaria entertainer cosmopolita, nata da genitori italiani e poi diventata artista circense, cantante, chitarrista e attrice, famosa letteralmente in ogni parte del globo, tranne che nel suo Paese.

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Troppo sofisticata e versatile per il nostro pubblico? O forse con una vita privata discreta e poco esuberante, che rendeva difficile la collocazione nel Pantheon delle icone gay, mai riservato ad artiste sobrie e misurate. Se questo Pink Pass sembra ancora l’unico viatico al successo nazional popolare per le ugole tricolori, Caterina si è presa una rivincita in extremis col vintage Cha-Cha-Cha (e pazienza se avrebbe preferito una sua Bossa Nova con Vinicius). Meriterebbe, ora, anche il sentito ringraziamento di tutte le nostre web influencer che hanno passato le vacanze a monetizzare i like dei balletti delle notti di Rio, mentre alla gran Vedette neppure la consolazione di allargare di un euro l’imponibile del 730.

 

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Il Messaggero