Carlo Conti: «Portai Leonardo Pieraccioni a Zanzibar dopo una crisi d'amore, la superò grazie al buffet»

Il conduttore: "Eravamo tutti single, io per mia scelta, Leonardo invece aveva da poco chiuso una storia ed era perciò un po’ depresso"

Carlo Conti: «Portai Leonardo Pieraccioni a Zanzibar dopo una crisi d'amore, la superò grazie al buffet»
Cinque amici in vacanza a Zanzibar. Sceneggiatura perfetta per un un film di Natale di Carlo Vanzina. «La formazione era quella a cinque già collaudata tre anni prima...

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Cinque amici in vacanza a Zanzibar. Sceneggiatura perfetta per un un film di Natale di Carlo Vanzina. «La formazione era quella a cinque già collaudata tre anni prima a Pollina: io, Leonardo Pieraccioni, Maurizio il commercialista, Domenico, che è un po’ il nostro conte Mascetti. Quattro fiorentini più un napoletano, l’attore Lucio Caizzi. Il viaggio lo proposi io: “Ragazzi, che dite, si va una settimanina in un villaggio a Zanzibar?”».

Proposta accettata anche se con un po' di fatica, racconta Carlo Conti al Corriere della Sera. «Partimmo alla fine di febbraio del 2005, data a cavallo tra il compleanno di Leo e il mio». Il conduttore confermatissimo in Casa Rai chiarisce che: «Eravamo tutti single, io per mia scelta, Leonardo invece aveva da poco chiuso una storia ed era perciò un po’ depresso, contavamo di tirarlo su».

La delusione d'amore e il buffet

Interpreti perfetti anche di Amici Miei. Qualsiasi atto. Quello non importa. «Solo che Leo la mattina dopo voleva già tornarsene a casa». Alla fine la botta di malinconia gli passò «per merito del meraviglioso buffet, allestito con ogni bendidio, che riportò l’allegria. E forse anche a qualche altra presenza femminile, non accompagnata, che faceva ben sperare».

Dalla ex casa di Freddie Mercury, nel quartiere storico di Stone Town, mai vista alla partitella a pallone in spiaggia con dei bambini. Partita persa 7-3! Poi Safari in Kenya con quella paura di essere sbranati dai leoni.  Un gruppo di amici vero, molto uniti ma rispettosi. Tra di loro mai nessun racconto sulle proprie conquiste vacanziere messe a segno «Quello non l’abbiamo fatto mai, di avventure non si parla, vige la massima privacy. Nessun commento, nessun dettaglio. Magari ci si confida dopo molto tempo». Quando il viaggio finì «ci rimase addosso una strana sensazione. Sarà stato il jet lag, ma ritrovarsi a Firenze fu strano. Sembrava di aver vissuto un’esperienza irreale, come se lo avessimo soltanto sognato».

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Il Messaggero