Botero, chi è l'artista che dipingeva solo figure fuori scala e perché è importante

Dal 1983 l'artista viveva per diversi mesi all’anno a Pietrasanta

Il suo cognome ha dato il nome ufficiale a uno stile figurativo. Il boterismo, nella pittura e nella scultura, è lo stile contraddistinto dalle figure robuste e...

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Il suo cognome ha dato il nome ufficiale a uno stile figurativo. Il boterismo, nella pittura e nella scultura, è lo stile contraddistinto dalle figure robuste e grasse. I protagonisti dei dipinti, e delle sculture, di Fernando Botero sono sempre delle taglie extra large. Era questa "la firma" di Boterol'artista morto a 91 anni. La firma che ha reso le sue opere inconfondibili e uno degli artisti più ricercati al mondo, nonché il pittore colombiano con la maggiore risonanza internazionale.

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Botero e il boterismo

C'è nel suo stile una certa influenza del muralismo messicano di Diego Rivera ma ci sono echi del monumentalismo di Paolo Uccello o Piero de la Francesca. Non mancano poi i riferimenti al primitivismo naif di Henri Rousseau.

I protagonisti fuori scala con i loro doppi menti e quelle membra enormi sono diventati famosissimi. Occupano a volte l'intera tela, senza lasciare spazio a nient'altro.

Nel suo lavoro non è mancata la critica politica, non solo colombiana ma anche internazionale. Spesso ritrae scene di terribile attualità come torture, massacri, guerre, ma sempre viste attraverso il filtro del boterismo. Che si tratti di Gesù Cristo, di un dittatore, di un vescovo o del pittore stesso, i suoi ritratti sono sempre esagerati nelle proporzioni.

Sudamericano (e colombiano come Garcia Marquez) Botero dipinge un realismo magico. Il suo è un mondo conosciuto e ricordato, ma in cui accadono cose meravigliose. 

Nato a Medellin nel 1932 ha frequentato prima il liceo e poi l’Istituto di Belle Arti. A 16 anni ha esposto le sue prime opere (1948) e ha iniziato a collaborare con il giornale "El Colombiano", disegnandone le illustrazioni. Nel 1951 realizza la prima mostra personale, alla Galleria Leo Matiz di Bogotà. L’anno successivo si trasferisce nella capitale colombiana entrando in contatto con il fervente ambiente culturale (conosce Rivera, Siqueiros, Orozco) e vincendo il "secondo premio" al IX Salone degli Artisti Colombiani. Si reca, con il denaro della vincita, in Europa e si iscrive prima all'Accademia Reale di San Fernando a Madrid (1952) e poi all'Accademia di San Marco a Firenze (1953), seguendo le lezioni di Roberto Longhi.


Negli anni successivi si sposta in Colombia, in Messico e a Washington, dove nel 1958 i lavori esposti alla Gres Gallery vengono venduti tutti il giorno stesso dell'inaugurazione. A soli 26 anni ottiene la cattedra di pittura all'Accademia d'Arte di Bogotá (fino al 1960).

Espone in sedi prestigiose e nel 1966 si tiene la sua prima grande personale europea alla Staatliche Kunsthalle di Baden-Baden, Germania. La sua vita è divisa fra New York, Bogotà e l'Europa; nel 1973 si trasferisce a Parigi, dedicandosi anche alla scultura e presenta la sua prima personale in Italia presso la Galleria Marlborough a Roma.
Oltre che in importanti gallerie d'arte internazionali, le sue opere di pittura e scultura sono state presentate in tutti i più importanti musei del mondo. 

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Il rapporto speciale con la Versilia: dove vedere le sue opere a Pietrasanta

Ha intrattenuto un rapporto molto speciale con l'Italia e con la Versilia, in particolare PietrasantaDal 1983 l'artista viveva per diversi mesi all’anno in questo Comune in provincia di Lucca, lavorando presso il suo studio e collaborando con diverse fonderie e laboratori del territorio. Nel 1991 riceve il Premio "Pietrasanta e la Versilia nel mondo", mentre nel 2001 ottiene la "cittadinanza onoraria".

Dal 1992 fa parte del Parco Internazionale di Scultura Contemporanea di Pietrasanta l’opera Il guerriero, posta in piazza Matteotti. Nel 1993 sono stati eseguiti, inoltre, gli affreschi La porta del Paradiso e La porta dell’Inferno nella Chiesa di S. Antonio e S. Biagio o della Misericordia. Si possono ammirare presso il Museo dei Bozzetti ‘Pierluigi Gherardi’ i bozzetti Adamo, Donna con un ombrello, Eva, tuttotondi in gesso del 1977.

Botero ha preso parte nell’area a molte collettive, tra cui la "X Biennale di Scultura" di Carrara (2000). A Pietrasanta ha tenuto sue personali in Piazza del Duomo e Chiesa di S. Agostino nel 2000 e nel 2012; quest’ultima in occasione dei suoi ottanta anni.


 

 

 

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Il Messaggero