Bidet alla riscossa negli Usa, il Washington Post: «Basta sprecare carta igienica e salviette tappa-fogne». Gli esempi di Dj Khaled, Drake e Lady D

Com'era avvenuto già durante la pandemia di Covid negli Usa, aumentano le vendite di sanitari. L'esempio, non seguito, di Lady Diana a New York

Bidet alla riscossa negli Stati Uniti, il Washington Post: «Basta con lo spreco di carta igienica e salviette umide tappa-fogne»
Bidet alla riscossa negli Stati Uniti, che sia la volta buona? Questa volta scende in campo il Washington Post per dire che bisogna smettere di abbattere milioni di alberi (su...

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Bidet alla riscossa negli Stati Uniti, che sia la volta buona? Questa volta scende in campo il Washington Post per dire che bisogna smettere di abbattere milioni di alberi (su stima 15 milioni l'anno) per produrre carta igienica per gli americani sprecando inoltre una quantità smisurata di acqua. Per non dire del consumo diretto e indiretto sempre di acqua, e di energia, legato alla fabbricazione e all'uso delle micidiali salviette inumidite, il cui impiego si è esteso alla quotidianità degli adulti quando invece inizialmente era riservato all'igiene dei neonati e semmai dei campeggiatori: nelle fognature questi resistentissimi rettangoli di carta impregnata di collanti si attaccano l'un l'altro creando poderose tappi che bloccano lo scorrimento dei liquidi. A Londra, capitale del Regno Unito ugualmente allergico ai bidet, sono ormai da tempo in servizio squadre specializzate nella rimozione di questi ammassi, misurabili in metri cubi. E a volte è necessario mandare in azione, poveri loro, i sub nelle fognature. 

E ancora: avete fatto caso che quando si avvicina un tifone o si teme una qualche crisi internazionale gli americani fanno incetta di carta igienica insieme a scatolame assortito? Ecco, come ricorda l'ecoeditorialista Michael J. Coren, nella seguita rubrica “Climate Coach” del WP, un uso più capillare del bidet eviterebbe questi sprechi e queste corse all'accaparramento di rotoli. 

Oltre a sottolineare la distruzione di foreste, in particolare canadesi, che potrebbero più utilmente assorbire decenni di produzione di gas serra come il Co2, gli americani risparmierebbe anche nella contabilità di ogni famiglia perché diminuirebbe drasticamente la quota (da 24 a 85 - ottantacinque!) di rotoli di carta igienica consumata ogni anno da ogni americano equivalenti a una spesa di almeno 30 dollari a testa. Un nucleo familiare, in altre parole, ammortizzerebbe in pochi mesi l'acquisto di un bidet di buona qualità.

Guardate ad esempio, scrive ancora Coren, la felicità del notissimo rapper-producer americano DJ Khaled che su Instagram magnifica un water con annesso bidet (made in Japan) che gli è stato regalato dall'amico e socio altrettanto conosciuto Drake, rapper, dj e produttore: "Un oggetto incredibile, meraviglioso". Ecco, questo "articolo" è particolarmente costoso, ma un semplice bidet, considerati anche i lavori di allaccio alla rete fognaria, non richiede investimenti particolari. Manca lo spazio nei bagni americani? Allora sì, bisogna investire sull'accoppiata water-bidet prediletta, per necessità, dai giapponesi. La quantità d'acqua usata per lavarsi con il bidet (e anche quella per fabbricare il sanitario in ceramica) è comunque assai inferiore a quella necessaria per realizzare quelle montagne di di carta igienica che finiscono negli scarichi. Per non dire dei netti benefici per l'igiene personale.

Forse l'esempio di DJ Khaled sarà più seguito di quello di Lady Diana che nel 1992 venne definita quantomeno "singolare" perché chiese che in tutti e cinque bagni di un appartamento acquistato nella Quinta Strada a New York fossero installati i bidet. 

Qualche segno di riscossa del bidet ("inventato" dai francesi, ma poi abbandonato a pregiudizi e invece assai adottato, anche per legge, dagli italiani)  si avverte già nell'impennata delle vendite negli Usa: solo on line ne vanno via mille al giorno. Se ne sono accorti anche nel distretto industriale di Civita Castellana, sempre all'avanguardia, in fatto di design e qualità nel settore dei sanitari in ceramica: ottenute le certificazioni è partita la campagna per togliere quote al mercato dominato da spagnoli e giapponesi.   

 

 

 

 Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, regina di Napoli, la quale ci tenne tantissimo a posarne uno nella sua fantastica e avveniristica stanza da bagno della Reggia di Caserta) nasce proprio dopo aver visto su Instagram la gioia del producer americano

 

 

 

 

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Il Messaggero