Bersani: «Il giaguaro smacchiato? Lo smacchiai davvero perché quelle elezioni segnarono l'inizio del declino di Berlusconi»

Intervistato a «Un Giorno da Pecora», l'ex segretario del PD ha parlato di politica, vita privata e anche di calcio

È  tornato a parlare del "giaguaro smacchiato" Pierluigi Bersani. Ospite di «Un Giorno da Pecora», il programma di Rai Radio1 condotto...

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È  tornato a parlare del "giaguaro smacchiato" Pierluigi Bersani. Ospite di «Un Giorno da Pecora», il programma di Rai Radio1 condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, l'ex segretario del PD ha rivendicato una delle sue metafore ormai storiche, oltre a parlare della nuova segretaria Elly Schlein, della destra al potere e di Massimiliano Allegri, il ct della Juventus.

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Il giaguaro "smacchiato"

Intervistato a «Un Giorno da Pecora», il programma di Rai Radio1 condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari, l'ex segretario del PD Pierluigi Bersani ha rivendicato quella che forse è la sua frase più iconica, passata ormai alla storia: «La metafora del giaguaro da smacchiare? Io non rivendico mai niente ma guardate che fu smacchiato lì il giaguaro, perché da quelle elezioni Berlusconi non ebbe più i voti per cambiare le carte in tavola e dovette andare via dal Senato. La fine della sua carriera politica e parlamentare iniziò dal fatto di non avere i voti per fare una legge ad personam». Spazio poi anche al confronto tra la destra di Berlusconi e quella attuale: «In quella destra c'era un messaggio di tolleranza e di umanità, ora invece c’è solo aggressività senza alcuna volontà di includere». Sull'episodio dell'aggressione a Berlusconi, Bersani ha poi rivelato che in ospedale fu il Cavaliere a tenergli la mano, e non lui.

Le elezioni europee

Pierluigi Bersani ha poi parlato del suo futuro: «Non mi candido assolutamente alle europee, ad un certo punto bisogna esser normali: quando hai 70 anni vai via dal Parlamento italiano e non vai a metterti in un altro Parlamento. Ora riesco a pensare di più, ad andare di più al bar o a fare la spesa, a incontrare di più le persone. A me piace la gente, fin da quando ero piccolo e ora riesco a starci più spesso». Ancora oggi, continua l'ex segretario, «Mi capita spesso che, anche chi non la pensa come me, mi apprezzi e io questo lo vedo come un complimento doppio».

Il rapporto PD-5 Stelle

Spazio poi al rapporto tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle: «In questo momento trovo più sensata la posizione del Pd, Schlein è più generosa (di Conte, ndr) nel dire "facciamo una cosa assieme". Vorrei dire però a tutti e due che da qui a qualche mese la gente dirà "scusate è ora di finirla di fare i polli di Renzo", perché questa destra andrà fino in fondo». Due parole poi anche su Carlo Calenda: «Calenda? Gli voglio bene, noi abbiamo bisogno di liberali, dopo di che lui non si convince che la cosa nel mezzo non esiste, nel mondo, da nessuna parte. Io continuo a provare a convincerlo. Se facciamo l'alleanza Carlo non può stare fuori, qualche liberale in Italia ci vuole. Carlo, quel liberale puoi esser tu». 

Il calcio

Tifosissimo della Juventus, Pierluigi Bersani ha infine commentato il lavoro del ct bianconero: «Se mi piace il gioco di Allegri? Bisogna accontentarsi nella vita, lui porta i punti a casa e io gli dico "chapeau"».

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Il Messaggero