Soap, quiz e veline: così Berlusconi portò la tv commerciale nelle case degli italiani

Il grande colpo fu Mike Bongiorno, strappato alla Rai con Baudo e Carrà

Soap, quiz e veline: così Berlusconi portò la tv commerciale nelle case degli italiani
Buona domenica, Il pranzo è servito, Maurizio Costanzo show, Dallas, Uccelli di rovo, Drive in, Zelig, Beautiful, La ruota della fortuna, Dynasty, Striscia la notizia. E...

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Buona domenica, Il pranzo è servito, Maurizio Costanzo show, Dallas, Uccelli di rovo, Drive in, Zelig, Beautiful, La ruota della fortuna, Dynasty, Striscia la notizia. E poi i programmi del mattino, le pin up glitterate e scollacciate, i comici irriverenti, le telenovelas d’importazione, gli spot mischiati anche ai film, i reality. Con i programmi-cult, le interruzioni pubblicitarie e una spregiudicata politica acquisti delle star, Silvio Berlusconi ha rivoluzionato la televisione italiana e, nel bene e nel male, inciso profondamente nel costume introducendo l’intrattenimento malizioso, le fiction straniere, un’idea della donna iper-sessualizzata, ammiccante che ha nutrito l’immaginario maschile: apoteosi di questa “filosofia”, oggi degna di ogni anatema, sono gli “stacchetti” delle Veline sgambatissime di Striscia la notizia, il notiziario satirico inventato da Antonio Ricci. 

Berlusconi, l’impero Fininvest a Marina e Pier Silvio. Il nodo delle quote divise in parti (quasi) uguali

PIONIERE
Sua Emittenza è stato un pioniere anche sul teleschermo e forse il suo merito maggiore è stato aver rotto il monopolio della Rai, inventando la tv commerciale e aprendo la strada a un plotone di emittenti private. Considerato un salvatore della patria o, al contrario, accusato dai detrattori di aver corrotto il dna culturale del Paese, ha rappresentato uno spartiacque. L’avventura destinata ad approdare a Mediaset, oggi un impero con 5mila dipendenti, comincia a metà degli anni ’70 quando Berlusconi, dopo i successi nell’edilizia, decide di fare la tv. L’esordio si chiama TeleMilano 58, consorzio di reti via cavo da cui nel 1980 nasce Canale 5 a cui si aggiungeranno nel 1982 Italia 1, 2 anni più tardi Rete4 e, in tempi più recenti, Iris, Mediaset Extra, Top Crime, Premium Cinema. All’inizio Silvio è costretto a trasmettere in differita, poi un decreto del governo (c’è l’amico Bettino Craxi) liberalizza la diretta. Nasce una nuova era. Nel 1977 il Cavaliere strappa alla Rai Mike Bongiorno che, pagato dall’azienda pubblica 52 milioni all’anno, passa a Berlusconi che gliene offre 600. Lo seguiranno altri big come Pippo Baudo, Corrado, Raffaella Carrà. Prima o poi torneranno da mamma Rai, ma ormai la tv commerciale è lanciata, crea nuove star, macina ascolti e pubblicità. 

 

LE VELINE


Le ragazze italiane vogliono fare le Veline sulla scia di Elisabetta Canalis e Maddalena Corvaglia. La “casalinga di Voghera”, simbolo del teleutente medio, trepida ogni pomeriggio per Beautiful e Milagros. Il Costanzo Show è il passaggio obbligato per il successo. Il pubblico ha imparato a inghiottire gli spot che flagellano i film: sulle reti Mediaset lo spettacolo è gratis. E Silvio controlla tutto, dalle luci ai costumi alle battute dei comici. «Se avesse un filino di seno», commenta Enzo Biagi, «farebbe pure l’annunciatrice». Decisivo poi il contributo di Berlusconi al cinema. Prima crea con i Cecchi Gori “Penta”, poi Medusa che fa lavorare anche i registi politicamente schierati contro di lui come Scola, Benigni, Bertolucci, vince gli Oscar (Mediterraneo, La grande bellezza). «Silvio è stato la fortuna del cinema italiano», commenta Vittorio Cecchi Gori, «quando Mediterraneo vinse l’Oscar lasciò che a ritirarlo andassimo noi. Rispettava il valore delle persone».
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Il Messaggero