Alessandro Michele nuovo stilista di Valentino dopo l'addio di Piccioli: «Immensa gioia e grande responsabilità». L'esordio a settembre a Parigi

Sfilate di giugno saltate, lo vedremo in passerella a settembre: la sua prima collezione sarà la Primavera/estate 2025 che sfilerà a Parigi

Alessandro Michele nuovo stilista di Valentino dopo l'addio di Piccioli: «Immensa gioia e grande responsabilità»
Alessandro Michele è il nuovo direttore creativo di Valentino. Dopo quasi una settimana di illazioni dall'annuncio dell'addio di Pierpaolo Piccioli e la...

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Alessandro Michele è il nuovo direttore creativo di Valentino. Dopo quasi una settimana di illazioni dall'annuncio dell'addio di Pierpaolo Piccioli e la cancellazione delle sfilate di giugno, Vogue Business è il primo a fare in esclusiva il nome del nuovo stilista, ex di Gucci, che rientra quindi in Kering. 

Alessandro Michele da Valentino, l'esordio

Sfilate di giugno saltate, lo vedremo in passerella a settembre: la sua prima collezione sarà la Primavera/estate 2025 che sfilerà a Parigi. «Un onore incredibile - ha commentato Michele - un'immensa gioia ma anche un'enorme responsabilità quella di entrare a far parte di una Maison che ha inciso la parola "bellezza" in una storia collettiva fatta di ricercatezza ed estrema grazia». 

Così Alessandro Michele, dopo Gucci, torna a Roma (da dove in realtà non era mai andato via, per sua scelta perché, per dirlo con parole sue, "Roma ti strega"). Lavorerà nello storico Palazzo di Piazza Mignanelli, proprio dietro Trinità dei Monti, e per la prima volta disegnerà delle collezioni di Haute Couture. Per prima cosa in questi giorni si calerà in una vera e propria full immersion nei codici della maison. Quei codici che il fondatore, Valentino Garavani, era felice Pierpaolo Piccioli non avesse stravolto. 

L'avvicinamento e il contratto

Di fatto Alessandro Michele rientra in Kering, da cui uscì nel 2022 lasciando a bocca aperta l'intero fashion system. (Forse) complice il calo delle vendite recentemente comunicato per il primo trimestre del 2024, in particolare per le difficoltà del marchio di punta Gucci che perderebbe il 20%. E, se guardiamo i freddi numeri, c'è da dire che nessuno trainava Gucci come Michele, almeno nei primi tempi della sua direzione creativa, che aveva fatto registrare numeri scoppiettanti. Nel nuovo incarico è però stato determinante anche l'ad di Valentino Jacopo Venturini, che lo conosce bene dopo anni di lavoro al suo fianco da Gucci come responsabile di mercati e prodotti. 

Come sarà la nuova Valentino

Da Gucci, Alessandro Michele ebbe la capacità non solo di dare una svolta al marchio traghettandolo in un nuovo millennio fatto di echi storici e bohémien insieme, vestendo in un colpo solo tutte le star che contavano e dando di fatto nuova identità alla storica maison. Ma anche di ripescare quelli che erano i simboli di un passato glorioso e rilanciarli facendoli tornare oggetto del desiderio: così l'iconica Jackie o i mocassini (solo per parlare degli accessori), a cui nemmeno il suo successore Sabato De Sarno ha potuto rinunciare come simboli del brand. Il suo è un immaginario ben preciso che i più, se parliamo di reazioni a caldo, hanno qualche perplessità ad applicare a una maison come Valentino, generalmente considerata molto più classica. Di certo, possiamo dire che Roma tornerà centrale: Roma dove Valentino è stata fondata e da cui Michele è nativo e affascinato da sempre. «La bellezza non ha limiti, non ha regole e non ha colori», ha detto una volta Alessandro Michele. Scommettiamo che non ne avrà nemmeno Valentino. 

Onorato: buon lavoro ad Alessandro Michele

«Buon lavoro alla Maison Valentino e al nuovo direttore creativo Alessandro Michele. In attesa di assistere al nuovo viaggio artistico di uno dei brand più significativi della moda italiana, voglio dare il mio personale benvenuto ad Alessandro Michele e allo stesso tempo ringraziare Pierpaolo Piccioli per l’affetto e la generosità dimostrata alla città di Roma», ha detto Alessandro Onorato, assessore di Roma Capitale ai grandi eventi, sport, moda e turismo.

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Il Messaggero