Alessandro Baricco lascia l'ospedale dopo il trapianto di staminali: «È andato proprio tutto liscio»

A darne notizia è stato lui stesso con un post su Facebook

Alessandro Baricco ha lasciato oggi l'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino), dove era ricoverato per una leucemia mielomonocitica...

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Alessandro Baricco ha lasciato oggi l'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo (Torino), dove era ricoverato per una leucemia mielomonocitica cronica. A tre settimane dal trapianto di cellule staminali, tecnicamente riuscito, lo scrittore torinese, 64 anni, è tornato a casa. A darne notizia è stato lui stesso con un post su Facebook: «A casa, finalmente. Grande gioia. Devo ringraziare lo staff medico e paramedico dell'Istituto di Candiolo: da loro ho solo ricevuto cura, attenzione e gentilezza - aggiunge lo scrittore -. È andato proprio tutto liscio, col trapianto, e so che se questo è successo è anche per l'ondata di affetto e energia che tante persone mi hanno mandato, spesso da lontano. A loro va tutta la mia gratitudine, la più sincera. Ora si tratta di andare avanti a ricostruire, con pazienza e disciplina, sperando di vedere arrivare presto l'ora dei festeggiamenti. Nel caso, intendo farli durare per anni».

Baricco torna a casa: grande gioia

Il decorso post operatorio, secondo quanto si è appreso, è stato definito ottimale dai medici che lo hanno avuto in cura. Adesso il romanziere di «Oceano Mare», «Novecento» e «Seta» avrà bisogno di una lunga convalescenza. È stato lo stesso Baricco a dare la notizia della sua malattia lo scorso 22 gennaio sui social, suscitando vasta commozione e solidarietà: «Quel che è successo è che cinque mesi fa mi hanno diagnosticato una leucemia mielomonocitica cronica», aveva scritto, annunciando di doversi sottoporre ad un trapianto di midollo. «Ci sono rimasto male - proseguiva lo scrittore - ma nemmeno poi tanto, dai. Quando hai una malattia del genere la cosa migliore che puoi fare è sottoporti a un trapianto di cellule staminali del sangue. A donarmi le cellule staminali sarà mia sorella Enrica, donna che ai miei occhi era già piuttosto speciale prima di questa avventura, figuriamoci adesso».

 

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Il Messaggero