Zoe Saldana: «Così sarò Nina Simone» Progetti e sfide dell’attrice lanciata da “Avatar”

Zoe Saldana: «Così sarò Nina Simone» Progetti e sfide dell’attrice lanciata da “Avatar”
«Buongiorno, come va?», esordisce Zoe Saldana in italiano. È una sorpresa fino a un certo punto: nel 2013 l’attrice lanciata da Avatar ha sposato l’artista italiano Marco...

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«Buongiorno, come va?», esordisce Zoe Saldana in italiano. È una sorpresa fino a un certo punto: nel 2013 l’attrice lanciata da Avatar ha sposato l’artista italiano Marco Perego che sei mesi fa le ha dato due gemelli (Bowie Ezio e Cy Aridio) e, da vero “femminista”, ha deciso di aggiungere al suo il cognome della moglie. Continuiamo dunque nella nostra lingua? «Datemi un anno e la parlerò perfettamente, ma per ora mi sento più sicura in inglese», ride Zoe. Bellezza esotica di origini dominicano-portoricane, cresciuta a New York nel popolare quartiere dei Queens, 37 anni tra qualche giorno, Saldana gira ormai un film dietro l’altro: ha in programma i tre sequel di Avatar, un nuovo capitolo della serie Star Trek e il bio-pic sulla mitica cantante jazz Nina Simone, scomparsa nel 2003. Intanto, la vedremo in Teneramente folle, una commedia sentimentale che ha incantato i festival di Toronto, Sundance e Torino ed esce da noi il 18 giugno con Good Films. Ispirato alla storia vera della regista Maya Forbes (dell’omonima dinastia americana), il film ha per protagonista una famiglia irresistibilmente strampalata: il padre (l’attore Mark Ruffalo) è affetto dalla sindrome bipolare e deve crescere da solo le due figlie a Boston mentre la moglie (Zoe Saldana), va a studiare a New York per trovare un buon lavoro. Tra mille critiche e la preoccupazione oggettiva di sapere le sue bambine in mano a quel papà adorabile ma pur sempre mezzo matto.




Zoe, cosa l’ha spinta a interpretare il film? «La sceneggiatura, che mi ha letteralmente folgorata, tanto più che racconta la storia personale della regista. Il mio personaggio è una donna forte che lotta anche per il marito, indifeso come un bambino a causa della malattia, e per garantire un futuro migliore alle sue figlie. Ci sono i temi ai quali sono più sensibile».



Quali? «La differenza di classe: il marito è ricco e aristocratico, lei viene dal basso. Lui è bianco, lei nera: so bene quante discriminazioni comporti il colore della pelle. Il film parla poi della forza delle donne, e della necessità di fare ogni sforzo per offrire il massimo ai propri figli».



Per prepararsi ha incontrato delle persone bipolari? «Sì, ne conosco diverse: la sindrome colpisce molto più di quanto pensiamo e si nasconde dietro tanti comportamenti che ci sembrano strani. Ma sul set ho soprattutto parlato con la regista, ininterrottamente. La parte più difficile del mio lavoro è stato non piangere nelle scene più tenere e commoventi. Sono tante».



Il film esprime un messaggio? «Certo, ed è molto toccante. Anche in una famiglia anticonvenzionale, apparentemente bislacca, ci può essere tanto amore. E le persone imperfette, mentalmente danneggiate, hanno dentro di sé una miniera di sentimenti».



Come sceglie i ruoli? «Adoro le sfide e ho sempre bisogno di mettermi alla prova con i film e i personaggi più difficili. Soprattutto quelli che, a prima vista, rischiano di spaventarmi».



Come la cantante Nina Simone? «Beh, lei è una donna fuori dal comune. Talento, tenacia, voce, carattere, carisma: Nina è tutto questo e a un certo punto ha rischiato di sopraffarmi, ho perfino pensato che non fossi adatta fisicamente a interpretarla. Ma poi ci sono riuscita, facendo appello alla massima intensità».



Ha esitato prima di interpretare i sequel di Avatar, che verranno girati tutti insieme? «No, perché? Sono affezionatissima al film di Jim Cameron e al ruolo dell’umanoide Neytiri che mi ha aperto tutte le porte. Avatar non è soltanto una serie di fantascienza, è un universo che contiene dei messaggi profondi».



Condivide l’appello per la parità di genere lanciato da Patricia Arquette all’Oscar? «Totalmente. Patricia è stata coraggiosa e consapevole della risonanza che le sue parole avrebbero avuto nel mondo intero. Ora tocca a noi. Dobbiamo lottare per ottenere la parità: non arriverà senza la nostra mobilitazione».



Cosa sogna? «Di avere altri figli, essere una brava moglie e che la mia famiglia viva per sempre. È troppo?».
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Il Messaggero