Latina, Zaccheo ci riprova undici anni dopo: «La mia idea di città»

Latina, Zaccheo ci riprova undici anni dopo: «La mia idea di città»
L'università, i giovani, una città smart pensata per loro, in vista del centenario. Vincenzo Zaccheo riparte da qui, dopo la sfiducia di undici anni fa, con la...

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L'università, i giovani, una città smart pensata per loro, in vista del centenario. Vincenzo Zaccheo riparte da qui, dopo la sfiducia di undici anni fa, con la nuova candidatura, sempre nell'alveo del centrodestra, supportato da Lega, FdI, FI, Cambiamo-Coraggio Italia, Udc e Rinascimento con Sgarbi.


La prima domanda è d'obbligo: in una conferenza stampa, Zaccheo disse che, per una eventuale candidatura con il centrodestra, un partito avrebbe dovuto prima eliminare determinate tossine. È stato fatto?
«A oggi mi è stato detto di si, ma guardi che anche dall'opposizione si sono scusati per quell'atto, che ha dato la città a un commissario. Ma lo sa che significa, un Comune commissariato? Il mio partito è la mia città».
C'è però voluto molto tempo per l'ufficialità della sua candidatura.
«Ci sono stati incidenti di percorso, ma sul tavolo nazionale. È sulla scacchiera nazionale che si è perso del tempo, non solo su Latina. Lega e FdI mi chiesero due anni fa se ero disponibile. Hanno pensato a me, all'idea di città che avevo imbastito. Pensi al Policlinico, che è ancora attuale, tanto che Nicola Zingaretti ha detto che va fatto. Il porto di Foce verde è nel piano dei porti».
Agli alleati chiede un impegno preciso?
«Bisogna attrezzarsi per liste di valore, con persone che diano lustro al Consiglio comunale».
Quello che è accaduto in passato, la sfiducia, non pesa più?
«Io ho nostalgia del futuro: mi pongo come un ponte per le nuove generazioni, per la Latina del centenario».
Questa candidatura è una rivalsa per quanto accaduto 11 anni fa?
«Guardi, lo ha detto lei».
All'epoca il progetto per la Metro deragliò perché non era sostenibile malgrado gli 80 milioni concessi dal Cipe.
«La Metro? Il Mit ha messo a disposizione 500mlia euro per aggiornarla. È chiaro che dopo 20 anni quel tipo di collegamento vada aggiornato, sia come tracciato che come tecnologie, ma se il ministero mette a disposizione le risorse per farlo, vuol dire che il progetto è ancora valido».
E la cittadella giudiziaria? E' un rudere.
«Mi fu richiesta dal presidente dell'Ordine degli Avvocati, dal Procuratore, dal presidente del Tribunale dell'epoca, fu un progetto condiviso. Poi, nessuno se ne è più interessato: se dovessi tornare a fare il sindaco, terminerei quel progetto».
Qual è la sua idea di città?
«Penso alla cittadella universitaria nel nucleo di fondazione, a una Marina con più servizi, a Q4 e Q5 con un nuovo palazzetto dello sport e servizi sociali, ai borghi che dovranno svolgere un ruolo importante per la città. Investirò molto su tecnologie green per una mobilità alternativa». E lancia la prima proposta di giunta: «Un assessorato alla tecnologia: farò una rivoluzione copernicana, andando incontro alle future esigenze, e mi doterò di assessori smart».
Come li sceglierà?
«Aprirò alle intelligenze della nostra città e certo non mi fermerò nella logica di uno schieramento politico, bisogna valutare uomini e donne per il patrimonio che portano in dote alla città. Io sono figlio di questa città, conosco tutti». L'Università?
«Va nei palazzi di fondazione, come l'Intendenza di finanza in piazza del Popolo, o il palazzo delle Poste: potremo acquisirlo con qualche finanziamento, demolire l'ampliamento, ricostruire la scala esterna del progetto originario, darlo in comodato all'Università. Andiamo verso il centenario, e bisogna avere la capacità di dare alla città progetti che possano darle il valore aggiunto che merita».
Dove trovare le risorse per tutto questo?

«Mi avvarrò di amici in Parlamento, in Europa, per attrarre e sfruttare le risorse messe a disposizione dal Pnrr. Il programma completo sarà pronto in 15 giorni, e illustrato all'atto della presentazione della mia candidatura. Ci saranno molti elementi di novità, soprattutto nei servizi e nella macchina amministrativa, che va migliorata».

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Il Messaggero