Meno bimbi che nascono e più emigrati. Così la provincia di Viterbo si spopola

Meno bimbi che nascono e più emigrati. Così la provincia di Viterbo si spopola
Culle sempre più vuote, in venti anni nella Tuscia il tasso di natalità ogni 1000 abitanti è sceso del 23,4%. A certificare il tracollo sono le statistiche...

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Culle sempre più vuote, in venti anni nella Tuscia il tasso di natalità ogni 1000 abitanti è sceso del 23,4%. A certificare il tracollo sono le statistiche dell'Istat comprese tra il periodo 2002 2020. Numeri destinati a subire un peggioramento con l'inserimento nell'indice del primo anno post pandemico, quello appena concluso, considerato il peggiore per le nascite dal secondo dopoguerra.



Una consolazione magra per il Viterbese viene dal parallelo con le altre province italiane e del Lazio. I dati, comunque drammatici, della Tuscia sono migliori rispetto a quelli di gran parte del Paese (-27,7%) e della Regione; solo Frosinone, infatti, tiene meglio con un calo del 20% seguita da Rieti (-24%) e Latina (-27,8%), sprofonda, invece, Roma che crolla di oltre il 32%; una battuta d'arresto fragorosa, quella della Capitale, che dimostra l'importanza del problema non mitigato né dalla forza dei numeri né dalla contropartita nelle culle offerta dalle dinamiche migratorie.

All'interno di un fenomeno vasto che lega insieme abitudini, complessi mutamenti sociali, fattori economici, lavorativi e l'assenza di politiche per la famiglia adeguate, l'istituto nazionale di statistica individua un punto di rottura ben preciso in cui il declino demografico ha iniziato a correre assumendo dimensioni importanti: l'anno 2008. Dall'analisi dei grafici infatti emerge come negli anni che vanno dal 2002 al 2007 Viterbo e la sua provincia abbiano mostrato una resilienza maggiore davanti all'urto di un fenomeno che relega l'Italia tra i paesi meno fertili d'Europa.

Dall'anno successivo, è iniziato un progressivo deterioramento con un abbassamento della curva, conseguenze immediate del quale sono state crescita dell'età media e, successivamente, diminuzione del numero di residenti. Dal 2014, punto in cui la provincia ha toccato il numero più alto di censiti superando le 320mila unità i numeri, complice anche la fuga dei giovani, si sono ulteriormente ridotti fino a disegnare previsioni nere.



Secondo l'Istat infatti da qui al 2030 la Tuscia potrebbe vedere calare il numero di effettivi di 12mila unità scendendo dai 307 mila attuali ai 295mila, la gran parte dei quali localizzata nei 5 maggiori Comuni a rischio come i piccoli. In proposito parlano ancora i numeri: tra il 2011 e il 2019 il numero di bambini nella fascia di età sotto i 4 anni è passato 13.143 a 10.585 mentre quello dei residenti in provincia di Viterbo di età compresa tra i 55 e i 59 anni è salito da 20.977 a quota 24 mila, da 17mila a 19mila sono i 65 e i 69 anni. In aumento anche ultraottantenni e ultranovantenni.
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Il Messaggero