Vince una canzone tv ma è Nek il più suonato

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Una vittoria molto televisiva in tutti i sensi, quella del Volo. Non solo perché hanno conquistato il Festivalone, che per una settimana ha occupato, manu militari, il video...

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Una vittoria molto televisiva in tutti i sensi, quella del Volo. Non solo perché hanno conquistato il Festivalone, che per una settimana ha occupato, manu militari, il video nazionale con una canzone a uso del grande pubblico nazionalpopolare. Ma perché a raccontarlo è la loro storia e potrebbe raccontarlo anche il loro futuro.


Dunque, il Volo è nato dopo un'edizione, quella del 2009, di Ti lascio una canzone, babytalent di Raiuno e, guardacaso, quell'anno uno dei giurati era Claudio Cecchetto, che ora li ha ritrovati, in veste di presidente della commissione di esperti. Hanno dovuto remare parecchio, messi insieme in un trio che voleva richiamare alla memoria il celebre trio della lirica, Pavarotti, Domingo, Carreras, da Michele Torpedine, non a caso produttore del primo Andrea Bocelli.



E, non a caso, il loro successo è cominciato in America, paese che alle seduzioni pop liriche è decisamente sensibile. Ora i ragazzi, che nel frattempo sono cresciuti, hanno fatto il grande passo e, ad accoglierli per fare rimbalzare il loro successo anche da noi, è ancora Rai1, la rete che li ha tenuti a battesimo e che avrebbe intenzione di non perderli, anche se per ora il direttore della rete ammiraglia Giancarlo Leone ci va con prudenza. «Speriamo che siano ospiti di alcuni nostri programmi, hanno caratteristiche interessanti, ma è ancora prematuro parlarne». Insomma, vedremo.



Intanto ieri abbiamo visto che hanno trionfato nel loro primo Festival sull'onda di un voto popolare e molto televisivo che, a dispetto delle cose della musica, li ha messi davanti a Nek. Tutto merito del televoto (dove hanno ottenuto il 56,18 per cento dei favori), anche se la cosiddetta giuria degli esperti di Cecchetto (quasi tutti uomini Rai) non li ha penalizzati più di tanto con il 23 per cento. Ha preferito, invece (la giuria Cecchetto), Malika Ayane con la canzone più raffinata del lotto con quasi il 40 per cento del suo consenso (il 39,6), a sua volta letteralmente affondata dal televoto (il 10,5).

A questo punto c'è da sciogliere la prima evidente contraddizione del Festival.



La canzone di Nek, Fatti avanti amore, è la più accattivante, gettonata nelle radio, nelle visualizzazioni YouTube, e negli altri indicatori musicali, ed è quella che secondo logica dovrebbe avere la strada più sgombra sul fronte commerciale, ma questo favore popolare non ha avuto adeguata risposta nel televoto (dove ha avuto il 33,4 per cento). Ancora una volta il meccanismo del televoto, sia pure calibrato al 40 per cento in condominio con la giuria demoscopia (che ha diviso i suoi giudizi in modo equanime, neutralizzando così il suo ruolo) e dalla commissione di esperti, si è rivelato il buco nero di un Festival che si presenta come momento centrale delle cose della musica e poi partorisce un topolino, perché ben difficilmente la vittoria del Volo darà segnali al movimento pop nazionale (tanto per cambiare).



Insomma restiamo nella tradizione che fa del Sanremone di Rai1 un evento praticamente ininfluente sul mercato musicale (le cifre parlano dell'un per cento delle vendite).

La vittoria, così, resta tutta televisiva, con la Rai pronta a riscuotere e, in pratica, ad avere la possibilità di doppiare la sua vittoria festivaliera, la prima negli ascolti, la seconda nel risultato finale con un vincitore spendibile televisivamente e allevato praticamente in casa.



Il televoto che, sabato ha avuto un boom, 700 mila voti, il triplo rispetto ai festival precedenti, tanto da intasarsi nel momento clou della serata (molti si sono visti respingere la loro telefonata), sappiamo però che ha la doppia funzione di creare fedeltà e dare la sensazione al pubblico da casa di partecipare alle sorti della gara (come insegnano i talent) quindi ben difficilmente il Festival ne potrà mai fare a meno.


Non ha invece nulla a che fare con il televoto l'incidente che sabato notte ha mandato in tilt la classifica del Festival. A bloccare il verdetto è stato un vero e proprio blackout del computer impallato dal fatto che, per identificare i concorrenti, erano stati usati i codici di gara, così i codici di Nina Zilli, lo 02, e Nek, lo 09, erano stati presi come ordine di classifica. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero