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IN SPIAGGIA Nella maggioranza dei casi, nei Paesi musulmani le donne che vanno al mare si coprono utilizzando dei normali vestiti con i quali fanno il bagno. Per questo il burqini si è diffuso soprattutto tra le comunità musulmane della diaspora, dove a usarlo sono le musulmane che non rinunciano a frequentare le spiagge dei Paesi nei quali vivono e vogliono osservare i precetti della loro religione, indossando qualcosa di più comodo rispetto ai vestiti normali» spiega Renata Pepicelli, docente presso l’Università Luiss e autrice di Il Velo nell’Islam: storia, politica, estetica (Carocci 2012). In Italia però, dove la comunità musulmana non è numericamente paragonabile a quella francese, di burqini quasi non se ne vedono. Chi ha provato a mapparli, questa estate ne ha contati pochissimi, 42, concentrati soprattutto sulle spiagge romagnole, dove a indossarli sarebbero in primis turiste straniere. Anche se questi dati vanno presi con le pinze, anche Arena, primo marchio a lanciare il burqini nel nostro Paese, conferma che le vendite di questo prodotto nel nostro Paese sono nulle. Eppure, la moda islamica è un settore in piena espansione. Nel 2013 le musulmane hanno speso 235 miliardi di dollari in vestiti e scarpe che rispettano le loro credenze. Una cifra che secondo Le Parisien è destinata a salire a 500 miliardi entro il 2019.
I GRANDI MARCHI Per questo motivo, i grandi marchi francesi hanno scelto di dedicare alcune collezioni ai clienti musulmani, allestendo le vetrine dei propri showroom nelle principali vie della moda – Champs Elysee, Avenue Montaigne, Faubourg Saint-Honoré, Monte Napoleone e Oxford Street – con veli griffati. È questo infatti il capo di punta del settore che cerca offrire a ogni donna il suo velo, consentendo alle musulmane di esprimere così la loro personalità, tenendo insieme l’estetica, il piacere del bello e la religione. E questo è possibile anche nella diaspora, dove, grazie a shop online, si riescono ad acquistare i diversi veli e avere consigli su come indossarlo. Scorrendo i cataloghi virtuali, ci si imbatte anche in collezioni “italian style” che si ispirano alla nostra eleganza e ad alcuni luoghi turistici del nostro Paese come Venezia e Positano.
La moda halal va però ben oltre il velo.
Il Messaggero