Vaccini, tra medici e infermieri Asl ancora 130 disobbedienti

Vaccini, tra medici e infermieri Asl ancora 130 disobbedienti
IL CASOOperatori sanitari no-vax messi all'angolo dalla Asl di Latina, ma in 130 resistono ancora all'obbligo vaccinale anti-Covid, sfidando la sospensione dalle mansioni. «Sulla...

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IL CASO
Operatori sanitari no-vax messi all'angolo dalla Asl di Latina, ma in 130 resistono ancora all'obbligo vaccinale anti-Covid, sfidando la sospensione dalle mansioni. «Sulla base di una prima estrapolazione dei dati vaccinali, a cura del medico competente spiega la dottoressa Silvia Cavalli, direttrice generale della Asl di Latina -, abbiamo inviato e-mail a 352 dipendenti». Le e-mail rientrano nella procedura prevista per legge, in applicazione del decreto legge 44/2021, in base al quale la Asl di competenza, una volta acquisiti i nominativi degli operatori sanitari non vaccinati (in questo caso l'elenco è stato fornito dalla Regione Lazio), deve richiedere agli interessati la motivazione della mancata vaccinazione e nel caso non fosse dipesa da motivi clinici invitarli a prenotarsi. Dopo l'invio delle 352 mail a medici, infermieri e i vari operatori di interesse sanitario, a Latina e in provincia, ancora non hanno provveduto a sottoporsi alla vaccinazione anti-Covid «circa 130 soggetti chiarisce la Cavalli -. Stiamo continuando le verifiche».

La questione riguarda esclusivamente dipendenti della Asl? In parte, afferma la dottoressa Cavalli che sul caso si mostra molto prudente ma anche fiduciosa.
LA STRETTA
Le procedure attivate dalla Asl pontina, che per gli adempimenti si è affidata alla dottoressa Annalisa Grandinetti, dirigente medico presso la direzione sanitaria, hanno sortito un bell'effetto. Il numero dei sanitari che nella provincia pontina hanno mostrato segnali di avversione alla vaccinazione anti-Covid si sono ridotti di oltre un terzo. E c'è da sperare che l'elenco si accorci ulteriormente, in vista dell'imminente entrata in vigore dell'obbligo del green pass per l'accesso ai luoghi di vita quotidiana. La stretta del Governo per il contenimento della pandemia, infatti, renderà la vita molto complicata a chi continuerà, con i propri convincimenti, a sfuggire ai farmaci per la prevenzione del Coronavirus. Sarà difficile immaginare che dopo essere stati sospesi dalla propria mansione, gli operatori sanitari no-vax siano disposti a rinunciare anche alla socialità. Staremo a vedere.
LA SOSPENSIONE
Il decreto legge prevede che i disobbedienti siano assegnati a mansioni che non implichino rischi di diffusione del contagio. Ma quando ciò non è possibile, la stessa normativa prevede la sospensione della retribuzione fino all'assolvimento dell'obbligo vaccinale o, in mancanza, fino al completamento del piano vaccinale nazionale e comunque non oltre il 31 dicembre 2021. I soggetti obbligati alla vaccinazione sono indicati all'articolo 4: esercenti professioni sanitarie e operatori di interesse sanitario che svolgono attività in strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, in farmacie, parafarmacie e studi professionali, salvo casi di accertato pericolo per la salute, in relazione a specifiche condizioni cliniche documentate.

Rita Cammarone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Il Messaggero