Una vita in Polizia, è andato in pensione Pandolfi: trovò il pirata che uccise Alessia

Una vita in Polizia, è andato in pensione Pandolfi: trovò il pirata che uccise Alessia
Una vita trascorsa in polizia. Dopo oltre 41 anni di servizio, lunedì è andata in pensione una figura storica della polizia di Latina: Igino Pandolfi, sulle scene di...

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Una vita trascorsa in polizia. Dopo oltre 41 anni di servizio, lunedì è andata in pensione una figura storica della polizia di Latina: Igino Pandolfi, sulle scene di numerose inchieste che hanno contribuito a chiudere il cerchio intorno a crimini violenti e a traffici illeciti. Il racconto di questi anni inizia subito con un retroscena. Sono stati 41 anni certo non facili, ma allo stesso tempo posso dire di essermi anche divertito facendo il mio lavoro. Durante le attività investigative ascolti di tutto. Poi bisogna sempre aggiungere le investigazioni classiche: anche se importantissime e analizzate pezzo per pezzo, da sole le intercettazioni non possono provare qualcosa. Io ho sempre cercato un po' di provare a me stesso l'innocenza delle persone e quando era possibile, significava che c'erano dentro con tutte le scarpe. È un lavoro difficile quello del poliziotto: devi saper anche rispettare tutti gli aspetti della legalità, è ciò che ti fa stare sempre con la coscienza a posto. E se posso dare un consiglio ai giovani poliziotti, è proprio questo: leggere le carte e vedere come hanno lavorato i colleghi e i superiori, aiuta. Pandolfi va in pensione con la qualifica di commissario capo e vice comandante della polizia stradale di Latina. Prima è stato anche nella squadra mobile per ben 18 anni e nella squadra volante.

È in polizia dal primo marzo 1980, uscito dal 69esimo corso. A Latina è stato per 5 anni alla Volante: «È l'ufficio che mi resterà più di tutti nel cuore: i ragazzi devono decidere in pochi secondi il loro intervento, interfacciandosi anche con i superiori. Si sta per strada e bisogna avere sangue freddo. Una volta presi un sacco di botte da un marito violento che picchiava la moglie: se la prese anche con me e lo arrestammo. All'epoca non c'erano le leggi contro la violenza domestica: formalmente fu oltraggio a pubblico ufficiale; il risultato fu che quella donna era libera dalla violenza». Dopo la Volante, è stata la volta dell'antidroga alla Mobile, poi di nuovo la Stradale. L'operazione più complessa: aver inchiodato chi aveva investito la giovane Alessia Calvani a Latina Scalo, dopo un anno di indagini senza sosta.



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Il Messaggero