Una rete di fondazioni per sostenere la nuova arte

Una rete di fondazioni per sostenere la nuova arte
L'INIZIATIVAPistoletto, Trussardi, Pinault, Memmo: le 15 fondazioni d'arte contemporanea più prestigiose in Italia si sono riunite in un comitato e lanciano un appello al...

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L'INIZIATIVA
Pistoletto, Trussardi, Pinault, Memmo: le 15 fondazioni d'arte contemporanea più prestigiose in Italia si sono riunite in un comitato e lanciano un appello al ministro Franceschini: «Ci siamo. Pronti a offrire le nostre competenze, le nostre collezioni, le nostre relazioni». Il comitato nasce da un'idea di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, presidente dell'omonima fondazione. «Mettere in rete le principali realtà italiane per l'arte contemporanea, attive sul territorio e capaci di organizzare mostre della massima qualità internazionale, per farsi soggetto unico di promozione e lavorare con il ministero della Cultura e gli enti pubblici a favore del contemporaneo», questo il proposito del comitato che si costituirà il 22 a Torino, alla Fondazione Sandretto, e che sarà al servizio al ministro per i Beni Culturali, Franceschini, il giorno dopo a Torino. «A seguito - aggiunge Patrizia Sandretto - di un invito dello stesso ministro Franceschini a trovare un interlocutore tra pubblico e privato». «Da anni, come privati - spiega - ci occupiamo di promuovere, ma soprattutto di produrre arte. Sosteniamo gli artisti, organizziamo mostre, attività educative e formative con grande attenzione ai visitatori e alle comunità locali. Desideriamo ora mettere le nostre competenze al servizio del pubblico in modo organico, allo scopo di promuovere insieme l'arte contemporanea».

Le Fondazioni che hanno aderito sono: Antonio Morra Greco (Napoli), Brodbeck (Catania), Città dell'arte-Pistoletto (Biella, Torino), Pinault (Venezia), Giuliani (Roma), Memmo (Roma), Merz (Torino), Nomas (Roma), Pastificio Cerere (Roma), Remotti (Camogli, Genova), Sandretto Re Rebaudengo (Torino), Spinola-Banna (Riva presso Chieri, Torino), Trussardi (Milano), Volume (Roma); Ratti (Como). «Qui è un discorso nuovo, all'estero no - conclude Sandretto - ma pubblico e privato devono parlare un linguaggio comune e trovare nuove sinergie».
Simona Antonucci Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero