Corsi fantasma per l'abilitazione all'insegnamento: due a giudizio per la truffa

Corsi fantasma per l'abilitazione all'insegnamento: due a giudizio per la truffa
Si sono fatte versare decine di migliaia di euro per fantomatici corsi finalizzati a conseguire rapidamente presso un'università rumena l'abilitazione...

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Si sono fatte versare decine di migliaia di euro per fantomatici corsi finalizzati a conseguire rapidamente presso un'università rumena l'abilitazione all'insegnamento con successivo riconoscimento del titolo abilitativo in Italia ma incassato il denaro sono scomparse così come si è vanificata l'abilitazione. La vicenda risale al periodo compreso tra gennaio e agosto 2016 e davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina Simona Sergio è iniziato il processo nel quale Natasha Del Prete, 47 anni, e Antonella Panico di 51, sono chiamate a rispondere di truffa in concorso. Secondo l'accusa, sostenuta dal pubblico ministero Claudio De Lazzaro, la Del Prete, presentandosi quale insegnante-vicepreside presso l'istituto Vito Fabiano di Latina, nonché quale referente per il Lazio della società Office Antonella srl, e la Panico quale amministratrice della stessa società, avrebbero convinto alcune persone sono sei in tutto le parti offese - che avrebbero potuto conseguire rapidamente l'abilitazione all'insegnamento seguendo un corso presso un'università rumena.

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Hanno quindi indotto queste persone ad iscriversi dietro corresponsione di somme di denaro. Due delle vittime hanno versato 7500 euro ciascuna, un'altra ha pagato 5mila, un'altra ancora 6mila euro e l'ultima 2500 euro. Il tutto attraverso bonifici su conti a loro intestati. L'indagine condotta dalla Procura di Latina, nata dalla denuncia delle sei vittime che sono assistite dall'avvocato Luca D'Andrea, ha accertato come le due persone segnalate si erano davvero appropriate del denaro a fronte del cui esborso non solo tale corso non ha avuto mai alcun esito ma, addirittura, non è mai stato conseguito alcun titolo abilitativo. Il giudice monocratico ha accolto la richiesta dell'avvocato D'Andrea ammettendo la costituzione delle sei parti civili poi ha rinviato all'udienza al 12 gennaio prossimo quando saranno ascoltate in aule le vittime della truffa. Nessuna delle due imputate era presente in aula: è stato impossibile notificare loro la citazione con la data dell'udienza perché si troverebbero entrambe all'estero in qualche isola tropicale.


 
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Il Messaggero