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Spregiudicato e noncurante dei rischi che corre. Così il pubblico ministero Valentina Giammaria descrive nella sua richiesta di custodia cautelare Nicolino De Monaco, il geometra dipendente del Comune di Latina finito agli arresti domiciliari venerdì mattina insieme a Christian Pietrosanti, il suo fornitore di sostanze stupefacenti. De Monaco dal suo posto presso il Servizio ambiente chiedeva denaro in cambio del rilascio delle autorizzazioni allo scarico delle acque, autorizzazioni che a volte non arrivavano e che hanno spinto qualcuno a chiedere informazioni in Comune tanto da far partire l'inchiesta.
Le intercettazioni telefoniche e ambientali, con una cimice installata sulla sua auto, raccontano gli incontri del 55enne con Pietrosanti: i due utilizzano il termine ospedale per identificare il luogo di incontro che era quasi sempre un bar nella zona del Santa Maria Goretti.
«Mamma mia ragazzi, dove li piglio i soldi? Come faccio? Io non lo so come faccio... non ce la faccio più. Sto in mezzo ai guai devo incassare soldi a rotta di collo». Era Pietrosanti il suo creditore. «Poi il conto te lo faccio domani» gli dice quest'ultimo dopo averci preso appuntamento per il giorno successivo. «Vabbè, domani ti porto 200 euro» gli risponde De Monaco. Un regime per il quale serviva molto più denaro di quanto ne guadagnasse come dipendente comunale tanto da «asservire in modo sistematico scrive il gip Mario La Rosa nell'ordinanza cautelare che lo ha mandato ai domiciliari la propria funzione pubblica al soddisfacimento dell'interesse privato. Emblematico anche l'uso dell'autovettura di servizio per riscuotere un acconto presso un'abitazione di uno dei privati concorrenti nel reato. Ha dato prova si legge ancora di professionalità nel delinquere evitando di dare troppo nell'occhio e andando a trovare i privati a casa per farsi consegnare il denaro pattuito per il compimento dell'atto d'ufficio».
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Il Messaggero