OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Uno screening di massa per cercare di arginare la diffusione del covid tra la comunità indiana di Sabaudia. Questa è una delle misure che sono state messe in campo per affrontare l'emergenza che sta interessando i braccianti sikh che vivono nella città pontina e che sono concentrati essenzialmente nell'area dell'ex Somal. Nella giornata di domani la Asl di Latina effettuerà, tra le 13 e le 20, almeno 500 tamponi presso la lottizzazione di Bella Farnia dove si stima che vivano circa 2.500 indiani. Un'attività che si svolgerà con il supporto della protezione civile comunale.
«ISOLARE I POSITIVI»
L'intento è quello di individuare e isolare i positivi e mettere in quarantena i loro contatti diretti. «Siamo in costante contatto con la Prefettura di Latina perché la questione non va sottovalutata spiega il sindaco di Sabaudia, Giada Gervasi I casi di contagio tra cittadini indiani interessano essenzialmente i 4 Comuni dove sono maggiormente concentrati tra cui proprio la nostra città.
LE DIFFICOLTA'
La Polizia Locale infatti, da diversi giorni, è impegnata nel controllo delle persone che convivono con i pazienti indiani risultati positivi e in diversi casi sono state riscontrate anomalie. Purtroppo la situazione abitativa nell'ex Somal è precaria e spesso nello stesso appartamento si ammassano moltissime persone il che facilita la trasmissione del virus. A questo si assommano tutta una serie di altre problematiche. «Hanno cominciato a prendere coscienza della situazione di emergenza ma per loro il concetto di asintomatico è difficile da comprendere per cui se stanno bene continuano ad andare al lavoro anche perché hanno paura di perderlo e rimanere disoccupati - spiega il mediatore culturale Davide Torrebruno - che si è occupato anche del volantinaggio di locandine informative sul covid 19 presso la comunità sikh di Bella Farnia Purtroppo la loro conoscenza del coronavirus è molto inferiore rispetto a quella che possono avere gli italiani anche perché è diversa la loro consapevolezza dal punto di vista medico. Stiamo cercando di spiegare loro come evitare il contagio e di trasmettere a loro volta la malattia».
Una situazione molto complicata e delicata. Basti pensare che alcuni indiani non hanno un medico curante e non sanno a chi rivolgersi oppure, se anche scoprono di essere positivi non rispettano l'isolamento fiduciario. È accaduto che bambini di nazionalità indiana appartenenti a famiglie con casi di positività si siano presentati regolarmente a scuola anche se sarebbero dovuti rimanere a casa in quarantena.
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero