Sanità, Renzi rilancia: nuovi contratti, assunzione dei precari e più tutele

Sanità, Renzi rilancia: nuovi contratti, assunzione dei precari e più tutele
«Ma quale azione punitiva contro medici e pazienti?! E’ un intervento di buonsenso per scongiurare tagli lineari e offrire servizi migliori ai cittadini». Matteo Renzi, prima...

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«Ma quale azione punitiva contro medici e pazienti?! E’ un intervento di buonsenso per scongiurare tagli lineari e offrire servizi migliori ai cittadini». Matteo Renzi, prima di partire per il vertice europeo di Bruxelles, non ha voluto neppure sapere delle lamentele dei sindacati di categoria. Il premier è convinto, come era convinto della “Buona Scuola”, che il decreto cui lavora il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, «è giusto e sacrosanto».




In più, fanno sapere da palazzo Chigi, sono in arrivo «buone notizie per i medici». Nella legge di stabilità, nel limite del previsto incremento di 3,3 miliardi del Fondo sanitario nazionale che nel 2016 dovrebbe salire da 109,7 a 112 o forse 113 miliardi, «ci sarà spazio per il rinnovo della convenzione con i medici e i pediatri di base, la stabilizzazione dei precari, lo sblocco del turnover e il rinnovo del contratto fermo ormai da dieci anni», come del resto ha stabilito anche la Consulta. Lorenzin ha già sondato il ministro della Funzione pubblica Marianna Madia per destinare l’incremento del Fondo sanitario nazionale a questi obiettivi.



LE «BUONE NOTIZIE»

Non è un caso che da palazzo Chigi trapelino queste «buone notizie» proprio adesso. Il governo è convinto che dietro la protesta dei medici e alla minaccia dello sciopero contro il decreto che taglia le prestazioni, le analisi e le diagnosi giudicate inutili, ci sia l’insofferenza della categoria per il mancato rinnovo contrattuale. In più il governo, per venire incontro ai medici, è intenzionato a inserire nella legge di stabilità anche una norma (quella che trasferisce al paziente l’onere della prova) per difendere i camici bianchi dalle ”cause temerarie” intentate dai pazienti.

Detto questo, l’esecutivo non ha alcuna intenzione di fare retromarcia sul decreto.



«E’ una misura impopolare? Direi il contrario, si tratta solo di spiegarla», risponde la Lorenzin prima di imbarcarsi in un volo, destinazione Lussemburgo, «stiamo riducendo degli sprechi per evitare dolorosissimi tagli lineari e reinvestiamo nella sanità, migliorando i servizi per i cittadini. In più non c’è alcuna caccia al medico: gli diamo gli strumenti, con lo stesso decreto, per tutelarsi dalle cause temerarie e per motivare un eventuale eccesso delle prescrizioni. In buona sostanza cambierà l’approccio culturale: basta con le analisi e le diagnosi inutili».



«NON SI TORNA INDIETRO»

Sulla stessa linea è il Pd e, naturalmente, Renzi. Per averne conferma basta sentire Federico Gelli, relatore del provvedimento, responsabile Sanità per il Nazareno e soprattutto direttore (in aspettativa) dell’ospedale Santa Maria Nuova di Firenze: «Non torneremo indietro perché la ”medicina difensiva”, chiamata così in quanto mira a limitare il rischio dei contenziosi, costa allo Stato circa 10 miliardi l’anno, pari allo 0,75% del Pil e al 10% dell’intera spesa sanitaria.



Inoltre è dimostrato che spesso i medici prescrivono farmaci, analisi, visite specialistiche, ricoveri, etc, solo per tutelarsi e non essere portati in tribunale. In un sondaggio con questionari anonimi, ad esempio, il 70% dei medici ha ammesso di aver prescritto ricoveri, per evitare cause legali, quando bastava un’indagine di laboratorio. E il 61% ha detto di aver prescritto più esami di quelli necessari per la stessa motivazione ”difensiva”. Inoltre, limitare questo fenomeno - oltre a garantire risparmi - servirà per offrire ai cittadini servizi migliori. Ad esempio le liste d’attesa per una Tac o per una risonanza magnetica risulteranno drasticamente ridotte. E tutte le prescrizioni utili, motivate e urgenti saranno mantenute: chi sta male davvero non deve temere alcun taglio all’assistenza e alle diagnosi».



Insomma, c’è da scommettere che Renzi - come ha fatto per riforma della scuola - non cederà alle pressioni dei camici bianchi e tantomeno dei sindacati. Ma è anche pronto a venire incontro alle «sacrosante richieste» dei medici. «Come siamo intervenuti a favore dei precari della pubblica istruzione, lo faremo anche per quelli della Sanità e sbloccheremo contratti e turnover», dicono a palazzo Chigi, «si tratta infatti di un settore altrettanto importante, visto che garantisce servizi essenziali per i cittadini». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero