Formia, ballottaggio al cardiopalma: Taddeo batte La Mura al fotofinish, 38 voti in più

Formia, ballottaggio al cardiopalma: Taddeo batte La Mura al fotofinish, 38 voti in più
Il centrodestra torna al governo del Comune di Formia dopo oltre otto anni. Il nuovo sindaco è Gianluca Taddeo, 45 anni, funzionario del Dipartimento di prevenzione...

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Il centrodestra torna al governo del Comune di Formia dopo oltre otto anni. Il nuovo sindaco è Gianluca Taddeo, 45 anni, funzionario del Dipartimento di prevenzione dell'Asl, esponente di Forza Italia e leader di una coalizione composta, oltre che da FI, da Fratelli d'Italia e quattro liste civiche. Una vittoria sofferta, conquistata al fotofinish, con 7.498 voti (50,13%). Appena 38 voti di differenza rispetto al suo antagonista Amato La Mura, che si è fermato a 7.460 preferenze (49,87%). Sono state ben 530 le schede nulle, 135 le bianche e quattro le contestate. Potrebbe esserci un ricorso da parte del candidato sconfitto, ma è ancora tutto da decidere. Fino all'esito dello spoglio nell'ultima sezione, la numero 20 di Penitro, c'è stata la massima incertezza sul risultato finale, che vedeva La Mura in vantaggio per poche schede prima di essere superato all'ultimo scrutinio.

C'è stato un tifo da stadio per Taddeo, quando è arrivato, raggiante, poco dopo le 17.15, presso la sede elettorale di via Vitruvio, dove lo attendevano i suoi sostenitori e parte di candidati e dirigenti, che poi lo hanno accompagnato in corteo in piazza della Vittoria, dove, tra un brindisi e abbracci e strette di mano e un cappellino bianco in testa con la scritta Taddeo sindaco, ha ringraziato, su una pedana improvvisata dinanzi al monumento ai Caduti illuminato d'azzurro, i suoi elettori.

«Grazie per aver creduto in noi e nel nostro ambizioso progetto - ha affermato - Oggi vince Formia. Stiamo festeggiando, adesso dobbiamo lavorare per questa città, lavoreremo anche con l'opposizione. Dobbiamo rasserenare i cittadini, niente divisioni ma solo una battaglia comune per il rilancio della nostra città». Qualche voto, però, rispetto al primo turno, si è perso per strada. «Mi aspettavo qualche situazione in meno, non ho ancora letto i dati per capire quello che è successo, però c'è tempo per recuperare. Al mio avversario auguro di darci una mano in Consiglio comunale per recuperare le sorti di questa città, che ha bisogno di unità e di nuove idee». E pochi attimi dopo ha chiamato tra la folla la nipotina Alessia (il mio portafortuna) e l'ha issata sulle spalle, prima di recarsi, come fa ogni anno, alla messa nella chiesa di San Luca a Maranola. «Oggi è anche il mio onomastico e faccio perciò festa doppia», ha concluso, mentre volavano i tappi di un paio di bottiglie di spumante. Accanto a lui, festanti, Pasquale Cardillo Cupo e Giovanni Valerio, capolista e coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia, che hanno inneggiato «alla vittoria del nostro numero 10».


Nella sede elettorale di piazza Mattej, lo sfidante, il 62enne primario infettivologo Amato La Mura, ha commentato molto serenamente, anche se con comprensibile amarezza, la sconfitta di misura, decisa soprattutto nelle frazioni, a Maranola in particolare: «Il popolo è sovrano e quindi è giusto che chi vince governi. Abbiamo recuperato 1.800 voti, un grande sforzo, più di quanto la gente si aspettasse. Io credo che Gianfranco Conte con il suo appoggio sia stato fondamentale, come pure l'apporto della città, che ci hanno consentito un grande recupero. Il voto è espressione di democrazia. A Taddeo vanno gli auguri di governare bene questa città, lo faccia bene per i cittadini. Noi faremo un'opposizione costruttiva. Ringrazio quella metà della città che ci ha votato, non è poca cosa, noi continueremmo la nostra battaglia in Consiglio anche per loro, oltre che per chi ha votato per i nostri antagonisti». Un dato finale. La Mura ha primeggiato in 17 sezioni su 30. Ma non è bastato. E forse ha nuociuto anche la bassa affluenza. Laconici i commenti degli altri due candidati sindaci Paola Villa e Luca Magliozzi: «Abbiamo lasciato il nostro elettorato libero di scegliere, senza alcuna pressione».

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Il Messaggero